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A rischio gli investimenti Pnrr sugli asili nido, Save the children in allarme

Nell’informativa resa ieri al Parlamento, il ministro Fitto ha dichiarato che il Governo Meloni «sta cercando di salvare gli asili» dai ritardi che si stanno accumulando sulla messa a terra degli investimenti Pnrr: per asili nido e scuole dell’infanzia, si parla in totale di risorse per 4,6 mld di euro.

Le tempistiche di attuazione del Piano, da rispettare per l’erogazione effettiva delle risorse, prevedono che entro fine giugno venga aggiudicato il 100% dei lavori; dal ministero non sanno però di preciso neanche quale sia l’attuale dato di aggiudicazione.

Uno stato dell’arte in netto contrasto con la soluzione propagandata una settimana fa dalla presidente Giorgia Meloni contro la crisi demografica in corso: «In Italia abbiamo un problema di tenuta del sistema economico e sociale, non abbiamo investito sulla natalità. In Italia ci sono sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano, questo problema si risolve in vari modi: il modo su cui lavora il governo non è solo quello dei migranti, ma anche quello della grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile. Portandolo alla media europea e puntando sulla demografia, con l’incentivazione da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli».

Un elemento essenziale di tale “incentivazione” sta proprio nella disponibilità e accessibilità degli asili nido, ma anche adesso che le risorse ci sono – grazie al Pnrr – lo Stato ha difficoltà a spenderle. Tanto da far scattare l’allarme da parte dell’associazione Save the children.

«Il mancato raggiungimento di questo importante obiettivo del Pnrr è un campanello d’allarme di assoluta priorità per il nostro Paese, dove l’offerta di asili nido pubblici e di servizi per la prima infanzia è una delle più basse dell’Unione Europea, se si considera che in Italia solo il 13,7% dei bambini nella fascia 0-2 anni frequenta un servizio per la prima infanzia pubblico o finanziato dal pubblico. L’auspicio è che nel negoziare più tempo per il raggiungimento di questi obiettivi, si intensifichi il sostegno alle amministrazioni locali in maggiore difficoltà e, nel frattempo, si attivino percorsi di formazione  per almeno 30.000 educatori ed educatrici che sono necessari per attivare concretamente i nuovi servizi previsti dal Pnrr soprattutto nelle regioni del sud», spiega Raffaela Milano, direttrice Programma Italia-Eu di Save the Children Italia.

«Le diseguaglianze educative – argomenta Milano – si manifestano molto prima dell’accesso alla scuola dell’obbligo e hanno sui bambini un impatto di lunga durata. La povertà educativa si manifesta già nella prima infanzia: per un bambino che cresce in un contesto socio-economico svantaggiato, anche un solo anno di frequenza in un asilo nido di qualità contribuisce a ridurre in modo sostanziale i divari educativi con gli altri bambini. È fondamentale quindi che il Governo assuma tra le priorità l’investimento nell’infanzia a partire dai primi anni di vita e nei servizi socio-educativi di qualità, accessibili a tutti i bambini, al fine di ridurre le disuguaglianze educative».

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Written by redazione

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