in

Acqua all’Elba: dibattito serrato (e da concludere) su una risorsa essenziale

Il 24 marzo era affollata l’aula Verde  Blu “Giovanna Neri” a Mola per la terza iniziativa di “Com’è, come funziona” che ha discusso di un problema molto sentito in un’area vicino alla quale sta sorgendo il dissalatore di Lido di Capoliveri. E questa tesa attenzione si è fatta sentire anche nel dibattito, durante il quale è emersa in qualche confronto (sempre corretto) e in qualche intervento.

Il responsabile di ASA, Fabrizo Pisaneschi, ha illustrato, con dovizia di particolari, foto e grafici, la complicatissima situazione idrica elbana, legata dal cordone ombelicale dell’acquedotto sottomarino a una altrettanto complicata situazione della Val di Cornia, il tutto al tempo del riscaldamento globale e di una sempre più scarsa risorsa idrica.

«Ringraziamo davvero Pisaneschi per la chiarezza, la pazienza e la grande competenza dimostrata – dice Umberto Mazzantini del direttivo di Legambiente Arcipelago Toscano – l’iniziativa si è trasformata in una vera e propria lezione sul funzionamento, le pecche storiche, le difficoltà quotidiane e di prospettiva e i nuovi compiuti che il servizio idrico ha di fronte all’Elba per i prossimi anni».

Molte le domande, le interruzioni le richieste di chiarimenti in un dibattito serrato che ha fatto scoprire a molti dei partecipanti aspetti ignoti di una complicata attività fatta di depurazione dagli inquinanti, trattamento, gestione di una rete a volte vetusta e spesso rattoppata per risolvere continue emergenze, fortemente stressata in alcuni periodi (anche per cause controintuitive rispetto a quanto si crede comunemente), e nella quale le perdite ammontano in media al 40% (in media con quelle a livello nazionale) ma con aree dove è ancora più alta a causa delle scelte impiantistiche del passato (tubi di plastica e addirittura in cemento-amianto) che ormai sono giunte a fine vita.

Una discussione così interessante e appassionata che il dibattito è proseguito un’ora oltre il previsto e non ha potuto affrontare alcuni temi importanti per Legambiente come la depurazione delle acque reflue e il loro riutilizzo, il risparmio idrico, gli interventi di mitigazione climatica e come lo sfruttamento delle sempre più scarse e stressate sorgenti montane esistenti possa convivere con la necessità di fornire acqua per l’utilizzo potabile umano e il mantenimento di habitat essenziali per la biodiversità che, con la loro stessa esistenza, permettono ancora la ricarica di quelle stesse sorgenti.

Alla fine si è deciso di parlare di questi temi, che hanno anche una forte valenza politica e di indirizzo, in un altro dibattito che concluderà il ciclo delle iniziative “Cos’è, come funuziona” e di sollecitare su questi aspetti anche la partecipazione di figure politico-amministrative di ASA.

Legambiente Arcipelago Toscano conclude: «Al di là delle differenze di opinione sul dissalatore, quello che è emerso è che la rete di adduzione e distribuzione idrica è il vero grande problema dell’Elba e che per uscire da un’emergenza continua e per dotarsi di una rete moderna, sostenibile, all’altezza della crisi climatica e idrica in corso e che ancor più ci aspetta, dovremmo passare dai pur preziosi interventi di sostituzione di piccoli tratti obsoleti a un “Piano Elba” che preveda anche la ricarica – dove possibile – delle falde. Un piano che, secondo i costi attuali, richiederebbe un intervento valutabile in 100 milioni di euro per arrivare ad avere una rete “a prova di perdite” e che non avrebbe più bisogno degli oltre mille interventi compiuti da ASA  ogni anno all’Elba. E’ questo l’intervento prioritario per l’economia turistica elbana ed è qui che occorre rapidamente intervenire con un grande progetto di sostenibile modernità – da accompagnare con la depurazione e il riuso delle acque reflue che oggi finiscono in mare spesso non depurate, come a Lido di Capoliveri – che dia all’Elba la certezza della risorsa. E’ questo il grande progetto che la politica elbana dovrebbe proporre all’Unione europea, al governo e alla Regione e che andrebbe finanziato anche con il contributo di sbarco (come prevede la legge) per fare dell’Elba una destinazione davvero sostenibile  – e non a parole con una campagna mediatica di greenwashing –  dove una risorsa vitale e sempre più scarsa come l’acqua diventa finalmente davvero bene comune da tutelare, risparmiare e da utilizzare pensando al futuro della nostra economia turistica, dell’agricoltura e degli esseri viventi che condividono con noi questa isola al tempo del riscaldamento globale».

L’articolo Acqua all’Elba: dibattito serrato (e da concludere) su una risorsa essenziale sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

ARTICOLO TERMINATO!

E come sempre ti raccomandiamo: se hai domande, dubbi, chiarimenti di qualsiasi tipo, scrivici nei commenti o lascia la tua valutazione! Il team di GREENYTOP è al tuo servizio per offrirti un servizio di qualità. Per richieste di collaborazione e di carattere promozionale Contattaci via email. Un saluto dal team di Greenytop!

What do you think?

Written by redazione

Contro la siccità la Toscana sta investendo nell’agricoltura di precisione

Il cambiamento climatico minaccia la pesca globale