Durante questo meeting, l’IPCC approverà riga per riga, il Summary for Policymakers del Synthesis Report e adotterà anche il rapporto più lungo sezione per sezione.
Aprendo la riunione il presidente dell’IPCC Hoesung Lee ha spiegato che «Una volta approvato, il Synthesis Report diventerà un documento politico fondamentale per plasmare l’azione per il clima nel resto di questo decennio cruciale. Un libro di testo indispensabile per i responsabili politici di oggi e di doman, per affrontare il cambiamento climatico. Non commettiamo errori, l’inazione e i ritardi non sono elencati come opzioni»
Il consigliere federale svizzero Albert Rösti ha dato il benvenuto a oltre 650 delegati presenti a questa plenaria dell’IPCC: «I risultati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change aiutano noi, responsabili politici, a prendere decisioni informate per affrontare il cambiamento climatico. La scienza e la conoscenza devono svolgere un ruolo centrale nel plasmare il nostro processo decisionale, guidandoci mentre lavoriamo per mitigare e adattarci agli impatti dei cambiamenti climatici».
Il Segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ricordato che «Le prove fornite dall’IPCC sul cambiamento climatico sono state chiare, convincenti e inconfutabili. L’IPCC deve ora indicare la strada verso soluzioni, quindi l’urgente necessità di porre fine al riscaldamento globale con la freddezza concreta dei fatti».
Il segretario generale della World meteorological organization, Petteri Taalas, ha aggiunto: «Vorrei ringraziare tutti voi per il duro lavoro per quei rapporti, che hanno chiaramente un messaggio chiaro per i responsabili delle decisioni. Dobbiamo accelerare le nostre azioni per il clima. Al momento, ci stiamo dirigendo verso un riscaldamento troppo elevato e i vari impatti del cambiamento climatico sono già molto visibili in tutto il mondo».
Anche la direttrice esecutiva dell’United Nations environment programme, Inger Andersen, ha chiesto ai delegati di «Non commettere errori, quio la parola chiave è azione. Abbiamo bisogno di più azioni da parte dei governi, imprese e investitori, anzi da parte di tutti. Il lavoro dell’IPCC, al quale fa eco quello dell’UNEP con la sua ricerca, ci dice che abbiamo la conoscenza e la tecnologia di cui abbiamo bisogno. Che possiamo iniziare a ridurre drasticamente le emissioni e ad aiutare le comunità vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti climatici. E che agendo sul clima, stiamo agendo anche sulla natura e sulla perdita di biodiversità e sull’inquinamento e i rifiuti: gli altri due poli della tripla crisi planetaria».
Dopo aver ricordato di aver detto alla Cop27 Unfccc che avrebbe incrementato la collaborazione e una partnership più stretta e produttiva con l’IPCC, il nuovo segretario esecutivo dell’United Nations framework convention on climate change, Simon Stiell, ha sottolineato che «Le vostre valutazioni sono fondamentali per l’Unfccc e per l’intero spettro dei processi per affrontare il cambiamento climatico. Il vostro lavoro negli ultimi 5 anni – il più duro e ambizioso nella storia dell’IPCC – ha trasformato la comprensione del cambiamento climatico.
Da parte dell’opinione pubblica. Avete esposto i fatti, i rischi e le opportunità. Ora il rapporto di sintesi mette insieme questa storica impresa scientifica. Sarà un contributo chiave per il Global Stocktake entro la fine dell’anno. Abbiamo bisogno di questo rapporto per la COP28 e tutti gli incontri in tutto il mondo nei prossimi 9 mesi, dove il clima deve rimanere in cima all’agenda».
Per questo Stiell ha esortato i rappresentanti dei governi nell’IPCC a «Lavorare insieme in modo collegiale e produttivo questa settimana per ottenere un risultato tempestivo. Non cavillate su virgole e fraseologia. Concentratevi sul messaggio principale, l’entità del problema che dobbiamo affrontare. Il Global Stocktake di quest’anno è per noi un’opportunità per correggere il danno. Sappiamo già cosa ci dirà il rapporto. E non è abbastanza buono. Tracciamo quindi un percorso partendo dai chiari messaggi che l’AR6 ci ha dato. L’IPCC ha dimostrato come le attività umane come bruciare combustibili fossili e cambiare il modo in cui usiamo la terra stanno cambiando il nostro clima. Non ci ha lasciato dubbi sui rischi che corriamo se non facciamo nulla. E ha illuminato le opportunità di azione e l’economia delle soluzioni. Conosciamo i costi dell’azione e dell’inazione. Sappiamo di quali tecnologie abbiamo bisogno per l’upscaling. Conosciamo i cambiamenti richiesti per gli investimenti e ai flussi finanziari. Abbiamo opzioni in tutti i settori per dimezzare o più emissioni entro il 2030, con l’economia globale che continui a crescere. Per mantenere gli 1,5° C a portata di mano, abbiamo bisogno di tagli immediati e profondi alle emissioni in tutti i settori e regioni».
Stiell ha concluso: «Sappiamo cosa dobbiamo fare. Ora dobbiamo rafforzare la volontà politica per rendere possibile questa correzione di rotta. L’IPCC indica il percorso che possiamo intraprendere oltre il Global Stocktake. Tracciare una rotta per il 2030, dobbiamo colmare i gap nell’azione e nel sostegno, costruendo allo stesso tempo la resilienza. Quindi, vi auguro una sessione produttiva e fruttuosa, concludendo il Sixth Assessment e fornendo le conoscenze ai responsabili politici per seguire il percorso di cui abbiamo bisogno per un’economia prospera e climaticamente sostenibile in futuro».
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