«La dimensione dell’evento meteorologico che ha colpito la Toscana il 2 novembre è epocale – spiega Monni – I dati che abbiamo evidenziano che non era mai avvenuta nella storia recente qualcosa di simile. È grazie ai lavori portati avanti negli anni scorsi dalla Regione Toscana, dagli enti territoriali e dai Consorzi di bonifica che corsi d’acqua importanti come l’Arno e l’Ombrone hanno vissuto, con relativa serenità, questo evento estremo, ma per mettere in sicurezza il reticolo minore dobbiamo anche trovare il modo di rimediare alla logica sviluppistica che anche in Toscana negli anni Sessanta e Settanta ha portato alla tombatura di molti fiumi, con scelte urbanistiche che oggi non sarebbero mai accettate ma che fanno parte del nostro passato».
A dodici giorni dall’alluvione, snocciolano i sindaci Bosi, Morganti e Bongiorno, nei tre Comuni si contano oltre 200 eventi franosi mentre il reticolo idraulico minore, che si caratterizza per la presenza di decine di torrenti, ha bisogno di interventi urgenti che consentano di recuperare la capacità di contenimento degli alvei.
«Abbiamo fatto molto per rendere i territori più resilienti a quei cambiamenti climatici che qualcuno fino ad oggi persino negava – conclude Monni – coii sindaci di Vernio, Cantagallo e Vaiano ci siamo presi l’impegno di lavorare ancora di più, sia per gli interventi immediati di ripristino che per l’ulteriore messa in sicurezza del territorio della Val di Bisenzio. Il Trescellere è un torrente tombato che passa nel centro del paese, sotto abitazioni e luoghi pubblici, che il 2 novembre è letteralmente ‘esploso’ per la pressione dell’acqua, rompendo la tombatura ed allagando il centro di Vaiano. Oggi è stato ripulito, sono state rimosse le tombature ed è stato ricondotto nel suo alveo naturale, ed ora dovrà essere ricostruito un nuovo rapporto tra il torrente e l’abitato».
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