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Arno, 11 milioni di euro per l’opera alimentazione cassa Pizziconi

«Un altro passo avanti fondamentale verso la realizzazione del sistema di laminazione di Figline, uno dei principali a difesa dal rischio alluvioni per la città di Firenze».  Così la Regione Toscana ha definito  i lavori per la realizzazione dell’opera di alimentazione della cassa d’espansione Pizziconi (collaudata a dicembre 2020) nel comune di Figline e Incisa Valdarno e che sono stati presentati stamani durante il sopralluogo del presidente Eugenio Giani e dell’assessora all’ambiente e alla difesa del suolo Monia Monni con la sindaca Giulia Mugnai, che riguardano.

I lavori sono stati consegnati il 3 marzo 2021 e termineranno entro il primo trimestre 2024. L’importo dell’intervento è di 11milioni 650mila euro . La cassa di Pizziconi è un intervento previsto dal Piano stralcio relativo alla riduzione del rischio idraulico del bacino del fiume Arno (D.P.C.M. 5.11.1999) e dal Piano di Gestione del Rischio da Alluvione (D.P.C.M. 01/12/2022) per la riduzione del rischio idraulico lungo il fiume Arno. Il soggetto gestore è la Regione Toscana, attraverso il Genio Civile Valdarno.

Il sistema di laminazione di Figline si compone di varie casse di espansione: oltre a ‘Pizziconi’, include anche Restone, Prulli e Leccio (in quest’ultimo è stato approvato il progetto preliminare per un totale di oltre 132 mln di euro.  Tutti elementi di un sistema di interventi coordinati e finalizzati a mitigare il rischio idraulico lungo il fiume Arno. Il sistema di casse avrà una capacità di contenere circa 25 mioni di metri cubi d’acqua, per un evento estremo e raro come quello di piena dell’Arno che ha un tempo di ritorno di 200 anni.

Giani ha detto che «E’ una importantissima opera di prevenzione  da cui passa la visione strategica che ha la Toscana sul piano della difesa dal rischio idraulico. Un sistema imponente quello di Figline, che insieme a Bilancino e le altre dighe contribuisce a fare della Toscana una delle regioni d’Italia che ha fatto di più sotto questo punto di vista con risultati tangibili. Dopo il lago di Bilancino questo è il secondo grande passaggio per il contenimento dell’acqua, in una chiave che è quella della prevenzione dell’alluvione che in questi giorni drammaticamente ricordiamo. L’‘opera di presa’ di cui vediamo oggi i lavori in stato di avanzamento- ha proseguito Giani- e che sarà pronta entro i prossimi sette mesi permetterà l’ingresso delle acque di piena dell’ Arno nella cassa di espansione grazie all’attraversamento dell’autostrada A1 Milano-Napoli e del viadotto ferroviario della linea Alta Velocità. Un volta completato l’intervento- ha aggiunto Giani- la cassa di Pizziconi potrà invasare un volume di circa 3,5 milioni di metri cubi».

Per la Monni si tratta di «Un’opera fondamentale che fa parte del sistema di laminazione di Figline che serve per la sicurezza dell’Arno quando attraversa Firenze, mettendo al riparo un territorio ampio e, in particolare, il capoluogo. E’ un’opera ingegneristica molto complessa che prevede lo ‘spingimento’ di 3 strutture da 15 metri per 6 sotto l’autostrada, senza mai interrompere il passaggio delle macchine. I lavori che vediamo oggi servono a costruire quello che sarà il ‘rubinetto’ che ci consentirà di regolare l’ingresso dell’acqua dell’Arno nella cassa di espansione di Pizziconi, già realizzata».

L’assessora regionale  ha ricordato «Il complesso sistema di laminazione di Figline che oltre i due lotti di Pizziconi (il terzo già finanziato), comprende la cassa Prulli a gara e Restone già appaltata. Opere complesse, di lunga realizzazione che renderanno il nostro territorio più sicuro».

L’ obiettivo del complesso progetto di ingegneria civile è, prima di tutto, quello di ridurre al minimo se non annullare i periodi di chiusura della sede autostradale, in quanto interessata direttamente dalla costruzione di tre scatolari di sotto attraversamento per il collegamento del Fiume Arno con le aree della cassa di espansione. Con la tecnica dello spingitubo sono stati costruiti sul posto tre monoliti in cemento armato delle dimensioni che sono in fase di inserimento all’interno della piattaforma autostradale per mezzo di appositi martinetti idraulici. L’ingresso delle acque di piena dell’Arno verrà regolato da tre paratoie metalliche che potranno essere gestite da remoto attraverso un sistema di telecontrollo.

La sindaca Mugnai ha concluso: «Il sistema delle casse d’espansione è il passo fondamentale per la messa in sicurezza del nostro territorio dal dissesto idrogeologico. Il fatto che negli ultimi anni la Regione abbia accelerato il processo di realizzazione è un segnale sicuramente positivo, come lo sono i grossi investimenti introdotti sia dalla Regione stessa che dai governi. Adesso è necessario completare questo sistema nel minor tempo possibile, evitando il perdurare dei lavori come accaduto con la cassa di Matassino, e procedere velocemente anche con il termine della cassa di Restone, dove intanto sono state concluse le opere propedeutiche, e di quelle di Prulli e Leccio. Purtroppo, il nostro territorio è stato segnato in passato da gravi eventi alluvionali ed esistono vaste aree che aspettano di essere messe in sicurezza per potersi rilanciare dal punto di vista urbanistico, della sostenibilità ambientale, ma anche della crescita e dello sviluppo economico. Proprio per questo, l’amministrazione lavora con costanza per garantire una continua manutenzione ordinaria e straordinaria sul reticolo minore sui torrenti».

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