Inoltre, i dati dimostrano che «Il 28% dei bambini in Asia meridionale sono esposti a 4,5 o più ondate di calore l’anno, rispetto al 24% a livello globale».
L’Unicef ricorda che Luglio è stato il mese più caldo mai registrato a livello globale, ponendo ulteriori preoccupazioni su un futuro in cui i bambini, compresi coloro che vivono in Asia meridionale, si prevede affronteranno ondate di calore più frequenti e gravi, dovute in larga parte al cambiamento climatico».
Sanjay Wijesekera, direttore regionale Unicef per l’Asia meridionale, evidenzia che «Con Il mondo in ebollizione globale, i dati mostrano chiaramente che le vite e il benessere di milioni di bambini in Asia meridionale sono sempre più minacciati da ondate di calore e alte temperature. I paesi della regione non sono i più caldi al mondo attualmente, ma il caldo comporta rischi mortali per milioni di bambini vulnerabili”,. ” Siamo particolarmente preoccupati per i neonati, i bambini piccoli, i bambini malnutriti e le donne in gravidanza perché sono i più vulnerabili ai colpi di calore e ad altri effetti gravi.
Secondo l’Indice di Rischio Climatico per i Bambini (CCRI) 2021 dell’Unicef in Afghanistan, Bangladesh, India, Maldive e Pakistan i bambini sono esposti ad un rischio estremamente alto a causa degli impatti del cambiamento climatico. In aree della Provincia del Sindh nel Pakistan meridionale, compresa Jacobabad, la città più calda al mondo nel 2022, le temperature a giugno erano di 40 gradi, esponendo 1,8 milioni di persone a gravi rischi sanitari di breve e lungo periodo. Il calore rovente è arrivano a meno di un anno dalle devastanti inondazioni che hanno lasciato la maggior parte del Sindh meridionale sott’acqua ad Agosto 2022. Oltre 800.000 bambini nelle aree colpite dalle inondazioni erano a rischio di grave stress da calore a giugno 2023.
E l’unicef fa notare che «Anche nella stagione delle piogge, il caldo può aggravare la situazione per i bambini. Questo perchè i bambini non possono adattarsi velocemente al cambiamento delle temperature e non sanno ridurre la temperatura corporea. Questo può causare nei bambini piccoli sintomi e malattie come alta temperature corporea, accelerazione del battito cardiaco, crampi, forti mal di testa, confusione, collasso degli organi, disidratazione, svenimento e coma; nei neonati scarso sviluppo mentale, battute d’arresto nello sviluppo come disfunzioni neurologiche e malattie cardiovascolari; nelle donne in gravidanza, che sono particolarmente vulnerabili al caldo, rischi di contrazioni precoci, ipertensione, convulsioni, pressione alta, nascite prima del termine e rischio di morte neonatale».
I rimedi ci sono: per i bambini piccoli, impacchi di ghiaccio, ventilatori o acqua nebulizzata possono aiutare a ridurre la temperatura corporea, mentre l’immersione in acqua fredda può aiutare i bambini più grandi. Ma l’Unicef sottolinea che «Istruzione, consapevolezza e preparazione sono la chiave per rispondere a questa crisi. Durante le alte temperature» ed esorta gli operatori in prima linea, genitori, famiglie, persone che si prendono cura dei bambini e le autorità locali a proteggere i bambini e battere il caldo (B.E.A.T. the heat) seguendo questi passi: Essere consapevoli dello stress da caldo e proteggere se stessi e i bambini. Prendere misure preventive, riconoscere lo stress da caldo e sapere cosa fare; Capire velocemente i sintomi. Riconoscere i sintomi delle varie malattie legate al caldo che coloro che si prendono cura dei bambini, comunità e operatori in prima linea devono saper comprendere; Agire subito per proteggere. Imparare gli interventi di primo soccorso che coloro che si prendono cura dei bambini e operatori in prima linea devono intraprendere per ridurre il calore corporeo in breve tempo; Recarsi in una struttura sanitaria.Gli operatori in prima linea, le famiglie e coloro che si prendono cura dei bambini dovrebbero saper riconoscere i sintomi dello stress da caldo immediatamente, soprattutto i segnali di colpi di calore e aiutare le persone colpite ad andare in una struttura sanitaria.
Wijesekera conclude: «I bambini, gli adolescenti e le donne più vulnerabili sono coloro che pagano il prezzo più alto di eventi climatici estremi. I bambini piccoli semplicemente non possono gestire il caldo. Se non agiamo adesso, questi bambini continueranno a subire sempre più frequenti e forti ondate di calore nei prossimi anni, non per colpa loro».
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