in

Auto, il Governo Meloni cambia idea e difende i motori termici (ma non l’industria italiana)

Alla riunione degli ambasciatori dei Paesi Ue in corso a Bruxelles, l’Italia si presenta con «una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035», come annuncia il ministero dell’Ambiente.

Il testo approvato dall’Europarlmento, però, non impone direttamente uno stop ai motori endotermici, come abbiamo già argomentato su queste pagine; chiede che i nuovi auto e furgoni non emettano più CO2 a partire dal 2035. Non si tratta di una sfumatura, ma del rispetto del principio di neutralità tecnologica. Se emergesse infatti una tecnologia in grado di azzerare le emissioni di CO2 dei motori endotermici questi potrebbero continuare a essere utilizzati, come del resto avverà per molto tempo ancora in altri mezzi di trasporto, ad esempio marittimo ed aereo.

Dal ministero sembrano però ignorare questo dato di fatto, dichiarando di «condividere gli obiettivi di decarbonizzazione» ma di volere una «razionale scelta di neutralità tecnologica. L’Italia ritiene che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali».

Perché dunque non mettere in campo scelte di politica industriale in grado di contribuire a raggiungere questo traguardo, anziché resistere al cambiamento con argomenti pretestuosi? È quanto chiedono le principali associazioni ambientaliste italiane – Clean cities campaign, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto club, Transport & Environment e Wwf –, esprimendo «grande preoccupazione» per la posizione del Governo Meloni sul tema. Una posizione peraltro ribaltata nel corso di pochi mesi.

Le associazioni ricordano infatti che il Governo aveva già votato a favore del phase out delle auto endotermiche con emissioni in due passaggi decisivi: lo scorso ottobre, proprio con il ministro Pichetto Fratin, nella fase finale del trilogo, l’Italia aveva espresso il suo appoggio a questo provvedimento. Appoggio confermato, lo scorso novembre, anche dal Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper).

«Tornare indietro sugli impegni presi – argomentano gli ambientalisti – è negativo anche da un punto di vista industriale: gli Stati Uniti e la Cina, i maggiori competitor dell’Ue, stanno accelerando la transizione verso l’elettrico del settore automotive con enormi investimenti. Smentire l’obiettivo del phase out al 2035 – la cui ratifica sembrava fin qui certa – determina una grave incertezza per gli investitori del settore, con ricadute negative sul mondo del lavoro e sui consumatori. L’Europa rischia di subire la delocalizzazione di gran parte della sua produzione e di perdere competitività sui mercati interni, che già sono stati messi in crisi dall’industria asiatica. Ciò comporterebbe un ulteriore indebolimento dell’industria nazionale italiana».

Al contrario, secondo uno studio promosso da Motus-e (l’associazione che rappresenta gli stakeholder della mobilità elettrica) insieme all’Università Ca’ Foscari di Venezia investire nell’auto elettrica potrebbe portare ad un aumento del 6% dei posti di lavoro nel settore; il solo comparto del riciclo delle batterie potrebbe valere circa 6 miliardi di euro.

«Chiediamo al ministro Pichetto Fratin e al Governo italiano di fare gli interessi del clima e dell’Italia, che sono perfettamente compatibili e coincidenti – dichiarano gli ambientalisti – Tutte le grandi aziende dell’automotive hanno strategie industriali ambiziose per privilegiare l’elettrico già dal 2030. L’Italia ha un asset industriale nella componentistica, che deve necessariamente seguire gli orientamenti dell’industria. Difendere una tecnologia vecchia e inefficiente come il motore endotermico, non solo in Europa ma anche a livello nazionale, con sussidi pubblici per l’acquisto di auto inquinanti, è un orientamento che rischia di avere ripercussioni estremamente negative per il nostro Paese».

L’articolo Auto, il Governo Meloni cambia idea e difende i motori termici (ma non l’industria italiana) sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

ARTICOLO TERMINATO!

E come sempre ti raccomandiamo: se hai domande, dubbi, chiarimenti di qualsiasi tipo, scrivici nei commenti o lascia la tua valutazione! Il team di GREENYTOP è al tuo servizio per offrirti un servizio di qualità. Per richieste di collaborazione e di carattere promozionale Contattaci via email. Un saluto dal team di Greenytop!

What do you think?

Written by redazione

Economia circolare, entro fine anno sarà avviato il nuovo biodigestore di Montespertoli

Nel giorno del Presidente della Repubblica Mattarella, anche Legambiente rende omaggio alle vittime del naufragio di Cutro