Quel che è peggio, nonostante le politiche climatiche finora messe in campo, l’Ue non si sta ancora adattando abbastanza rapidamente al clima che cambia, come documenta la prima valutazione pubblicata nel merito dall’Agenzia europea dell’ambiente.
«Ogni euro speso per la prevenzione e la preparazione si tradurrà in benefici per tutti, mentre dobbiamo prestare maggiore attenzione alle aree, ai settori e alle persone più vulnerabili», spiega Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo per il Green deal europeo.
In altre parole «investire in anticipo per ridurre la nostra vulnerabilità al rischio climatico comporterà costi molto inferiori – sottolinea la Commissione Ue – rispetto alle ingenti somme necessarie per riprendersi dagli impatti climatici quali siccità, inondazioni, incendi boschivi, malattie, perdite delle colture o ondate di calore».
Secondo stime prudenti, tali danni potrebbero altrimenti ridurre il Pil dell’Ue di circa il 7% entro la fine del secolo, ma con impatti molto diversi a seconda dell’area considerata (il Veneto, ad esempio, rischia di perdere il 21% del proprio Pil solo per l’innalzamento del mare).
In questo contesto, la Commissione Ue ha presentato una nuova comunicazione per definire le misure chiave necessarie a gestire i rischi climatici, individuando quattro pilastri d’azione: migliorare la governance; strumenti migliori per responsabilizzare istituzioni e imprenditori; più efficiente uso delle politiche strutturali; condizioni preliminari adeguate per finanziare la resilienza ai cambiamenti climatici.
In particolare, la Commissione propone interventi in sei gruppi principali di impatto: ecosistemi naturali, acqua, salute, alimentazione, infrastrutture e ambiente edificato, economia.
«L’Europa è il continente al riscaldamento più rapido al mondo – sintetizza Wopke Hoekstra, commissario Ue per l’Azione climatica – Abbiamo il dovere collettivo di proteggere le nostre persone e la nostra prosperità dai rischi climatici, ma non è sempre chiaro chi debba assumersi la responsabilità e come. La prima valutazione europea del rischio climatico ci aiuta a rispondere a tale domanda e ad adottare le misure necessarie. È molto più sensato dal punto di vista economico sviluppare la resilienza ai cambiamenti climatici ora che sostenere i costi dei danni climatici in seguito. Per i nostri cittadini e le nostre società dobbiamo anticipare i rischi climatici, senza mai perdere di vista il nostro lavoro per affrontare le cause profonde dei cambiamenti climatici e limitare le nostre emissioni».
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