Si fa dunque più forte l’esigenza di trovare misure alternative, dato che – ai ritmi di efficientamento pre-superbonus – all’Italia servirebbero 3.800 anni per centrare gli obiettivi previsti invece al 2050 dalla nuova direttiva cui sta lavorando l’Ue.
Il Coordinamento Fonti rinnovabili ed efficienza energetica (Free), ovvero la più grande associazione di settore presente in Italia, ha presentato oggi alcune proposte operative in tal senso.
«Non è nostro compito – premette il presidente del Coordinamento, Attilio Piattelli – entrare nel merito se sia stato corretto o meno intervenire sulla rimodulazione del superbonus 110% e l’interruzione della cessione del credito, ma è invece utile richiamare velocemente quelli che, a nostro parere, sono stati gli aspetti positivi e negativi dovuti al superbonus 110% abbinato alla cessione del credito per avere bene in mente ciò che va possibilmente salvaguardato e ciò a cui invece bisogna fare attenzione con l’introduzione di misure alternative».
Si parte da un dato di fatto: «Purtroppo – continua Piattelli – la rimodulazione del superbonus insieme alla eliminazione del meccanismo di cessione del credito e il contestuale aumento dei tassi di interesse lascia presagire uno scenario di drastica riduzione degli interventi attesi già a partire dal 2024, con il serio rischio di generare un forte contraccolpo a tutte le imprese, soprattutto Pmi, oggi attive nella filiera delle costruzioni e ristrutturazioni».
Il Coordinamento Free ha dunque messo in fila una serie di proposte, pensate per contribuire sia allo sviluppo sostenibile delle imprese edili, sia per tutelare il clima e le tasche dei cittadini aumentando l’efficienza energetica delle case (e dunque abbassando la bolletta).
Tra i punti fondamentali spicca la necessità di associare misure di incentivazione, come le detrazioni fiscali e il conto termico, a misure volte a superare la barriera finanziaria del dovere anticipare tutte le spese legate all’intervento di riqualificazione, rese più onerose dall’aumento dei tassi di interesse.
Le nuove politiche devono essere introdotte inoltre con un piano di medio lungo periodo, perlomeno fino al 2030, per dare una prospettiva normativa certa a imprese e cittadini.
In questo contesto, il Coordinamento Free propone una rimodulazione delle detrazioni fiscali in modo che premino le soluzioni più efficaci ed impattanti in termini energetico-ambientali, con un intervallo di detrazioni fra il 55% e l’80%.
Al contempo prevede l’ampliamento del conto termico, affinché copra anche il settore privato in merito agli interventi di riqualificazione energetica e possa essere impiegato dai soggetti che non sono ammessi alle detrazioni fiscali (per incapienza, regime impositivo, etc).
L’associazione ritiene poi utile introdurre “mutui verdi” dedicati alla riqualificazione edilizia slegata dall’acquisto dell’unità immobiliare, come anche impostare una raccolta di dati semplificati sui consumi energetici pre e post intervento, in modo da consentire una valutazione più affidabile dell’impatto delle misure proposte.
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