Questo, secondo il MASE, sarebbe bastato a far scattare il periodo in cui la Regione Campania doveva avviare e concludere l’intesa per la nomina dei dei presidenti di Parco Nazionale e, non avendo la Regione proceduto come intendeva il ministero, il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha commissariato entrambe le aree protette campane.
Il primo febbraio Raffaele De Luca, già sindaco di Trecase, era stato nominato commissario al Vesuvio, Marcello Feola, al Cilento, Alburni e Vallo di Diano e Alburni.
Federparchi aveva augurato buon lavoro ai due nuovi commissari, auspicandosi che «La fase di commissariamento sia la più breve possibile al fine di avere al più presto una governance degli enti completa e nel pieno delle sue funzioni per svolgere con tutte le energie disponibili la delicata e fondamentale azione di conservazione della natura e tutela degli ecosistemi che caratterizza le aree naturali protette».
E la fase è durata pochissimo, visto che oggi la Regione annuncia con un secco comunicato che sono stati «Accolti i ricorsi proposti dalla Regione Campania avverso le nomine dei commissari degli enti Parco del Vesuvio e Parco del Cilento, Alburni, Vallo di Diano. Con due provvedimenti adottati oggi, il Tar Campania ha accertato l’illegittimità delle nomine dei due commissari straordinari degli enti parco – effettuate dal Ministro dell’Ambiente senza l’attivazione dell’intesa con la Regione – e ha ordinato al Ministro di sottoporre una terna di nominativi, come prevede la legge, in tempo utile a consentire al Presidente della Regione di esprimere l’intesa entro il 22 febbraio 2023 sulla nomina degli organi ordinari dei due Enti Parco».
E’ più che evidente che ci troviamo di fronte a uno scontro politico tra il governo di destra e la giunta di Vincenzo De Luca a guida PD, così come è evidente che quello in corso è uno stallo dove anche la Regione non sembra pronta a dare indicazioni per non farsele bruciare dal governo (o dalla sua stessa maggioranza) che si muove commissariando e mandando “avvisi” ai quali non seguono gli atti conseguenti.
Uno stallo del quale il TAR non poteva che prendere atto. Ora si profila uno scontro istituzionale e un conseguente periodo di incertezza e prolungata sospensione degli organi ordinari di governo dei 2 parchi, ma quello che sta succedendo in Campania è anche la spia di una politicizzazione ancora più spinta delle nomine dei Presidenti di Parco che in futuro rischia di paralizzare molte altre aree protette.
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