Un’iniziativa che nasce dalla contrarietà delle associazioni ambientaliste e civiche alle recenti disposizioni contenute nel bilancio di previsione 2024-2026 della Regione Liguria che consentono l’assegnazione di nuove concessioni per spiagge private e da un’interrogazione in regione sulle spiagge libere e libere attrezzate alla quale l’assessore all’urbanistica, pianificazione territoriale, demanio marittimo e tutela del paesaggio, Marco Scajola ha risposto: «Io ogni anno a inizio estate aspetto sempre la benedizione e l’incoraggiamento degli amici di Legambiente, che secondo me – lo dico pubblicamente assumendomene la responsabilità – fanno di tutto tranne che tutelare l’ambiente, perché hanno dati loro che vanno sempre oltre i dati ufficiali dei ministeri e delle istituzioni competenti».
Il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi ha subito ribattuto: «Stupisce che un rappresentante delle istituzioni utilizzi il suo ruolo per attaccare un’associazione come Legambiente che ha sempre fatto del rispetto delle istituzioni un proprio valore. Stupisce che ciò avvenga in sede istituzionale ed in assenza dell’associazione e ringraziamo chi, presente alle dichiarazioni dell’assessore Scajola, è intervenuto in difesa di Legambiente. Riteniamo però necessario che sia il Presidente Toti a ricordare al proprio assessore quale sia il corretto comportamento. Nel merito della vicenda spiagge prendiamo atto che l’assessore ritiene che sia bello e piacevole fare il bagno alle foci dei fiumi o sui gradoni di cemento, lo attendiamo in spiaggia per verificare se farà il bagno in uno di quei luoghi che noi indichiamo come inadeguati alla piacevole e libera balneazione oppure in un comodo stabilimento balneare a pagamento».
La nota del Cigno Verde ligure prossegue: «Ne approfittiamo per chiedere, visto che siamo accusati di non usare i dati ufficiali, di farci sapere se esistono stabilimenti balneari a pagamento che hanno il loro spazio su gradoni di cemento o alle foci dei fiumi. Possiamo immaginare la risposta, perché chi investe in uno stabilimento balneare sceglie i posti migliori (oltretutto pagando poco perché in Liguria applicare la Bolkenstein e fare dei bandi non è previsto), ma vogliamo avere i dati ufficiali come dice l’assessore. Ricordiamo che stiamo chiedendo l’applicazione di normative italiane ed europee poste a tutela della libera balneabilità, del libero mercato e del diritto di poter andare al mare anche per quei cittadini che non possono permettersi i costi di uno stabilimento balneare attrezzato. Siamo abituati a ragionare sui numeri e su questo ci attacca Scajola. La legge dice che ogni comune dovrebbe avere almeno il 40% di spiagge libere (o libere attrezzate). Bene, i numeri indicati da Scajola, dicono che in tutta la provincia di Savona la percentuale di spiagge libere è inferiore al 30% e dentro a questo 30% to ci sono anche spiagge alle foci dei fiumi, spesso sconsigliate alla balneazione. Un assessore che fa il suo mestiere dovrebbe preoccuparsi di questo ed intervenire per porre rimedio. Invece l’assessore Scajola se la prende con chi denuncia questa situazione ma non fa nulla per risolvere il problema».
Sulla questione interviene anche il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli: «Le recenti disposizioni della Regione Liguria che consentono l’assegnazione di nuove concessioni per spiagge private nel bilancio di previsione 2024-2026 rappresentano un’aggressione al nostro patrimonio demaniale e una vendita sfacciata della bellezza naturale delle nostre coste. Le spiagge, patrimonio comune di tutti, vengono offerte sul piatto d’argento agli interessi privati, cementificando l’accesso e limitando la fruizione di un bene che dovrebbe essere goduto da tutti i cittadini. Questa decisione è un insulto al principio stesso di sostenibilità ambientale e di tutela del territorio che dovrebbero essere promossi e preservati a tutti i costi».
Bonelli conclude: «Questo governo continua ad attaccare l’ecosistema costiero e snatura l’identità delle nostre spiagge, trasformandole in enclave private a discapito della collettività. E’ un vero e proprio assalto che va fermato perché cambierebbe irreversibilmente il paesaggio e la morfologia dei nostri litorali. Meloni tutela i privilegi di chi come la ministra Daniela Santanchè e Flavio Briatore hanno in concessione dallo Stato il Twiga per 20 mila euro all’anno ma fatturano 10 milioni di euro. E’ lo scandalo di un settore che fattura 10 miliardi di euro all’anno ma versa allo Stato per le concessioni demaniali solo 110 milioni».
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