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Contro la siccità il Governo ha istituito un Tavolo di lavoro sulle crisi idriche

Intervenendo ieri in Senato durante il question time, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto ha informato che contro la siccità in corso in ampie aree del Paese – ma soprattutto al nord – è stato «costituito a Palazzo Chigi un Tavolo di lavoro sulle crisi idriche», che si riunirà la prossima settimana.

Il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato in Italia almeno dal 1800, e ha lasciato il Paese con circa 50 miliardi di metri cubi d’acqua in meno rispetto alla media storica, ma – mentre la crisi climatica continua ad avanzare – il 2023 si annuncia anche peggiore sotto il profilo idrico: nonostante sia ancora inverno, 3,5 milioni di italiani stanno già facendo i conti con la siccità.

«L’azione di contrasto alla scarsità idrica – ha spiegato il ministro – può trarre benefici dal potenziamento degli strumenti conoscitivi e gestionali di bilancio idrico a supporto degli Osservatori e delle Autorità, in aggiunta alle risorse per gli investimenti in opere infrastrutturali già stanziate nel Pnrr e nel Piano nazionale degli interventi nel settore idrico.  Nel complesso sono stati finanziati 21 progetti per una somma di oltre 480 milioni di euro, nella maggior parte ricadenti nelle sezioni ‘Acquedotti’ e ‘Invasi’ del Piano nazionale settore idrico».

Una cifra ancora modesta, considerato che i vetusti acquedotti italiani – il 60% è in funzione da più di 30 anni – perdono circa il 40% della risorsa idrica che trasportano (anche a causa di investimenti nel servizio idrico, che sono alla metà della media europea seppur in crescita) e che solo per la prima tranche del “Piano laghetti” avanzato da Anbi e Coldiretti si stima un fabbisogno di 3,2 miliardi di euro.

È bene comunque evidenziare che il problema siccità non si può risolvere solo rattoppando gli acquedotti o costruendo i pur necessari nuovi piccoli invasi, sollecitati anche da alcune associazioni ambientaliste come Legambiente: è necessario perseguire anche soluzioni basate sulla natura (Nbs), ad esempio rinaturalizzando i fiumi e la rete idrica superficiale, o realizzando Aree forestali d’infiltrazione per ricaricare le falde.

Soprattutto, per lottare in modo efficace contro la siccità occorre risalire alla causa originaria – la crisi climatica – ed affrontarla tagliando le emissioni di gas serra, grazie a un più efficiente uso dell’energia e installando nuovi, molti impianti per catturare le fonti rinnovabili gratuitamente disponibili sul territorio. Ma è proprio su questi fronti che l’azione del Governo resta assai carente, se non in controtendenza col necessario.

Qualche esempio? Come argomentato dallo stesso ministro Pichetto nel corso del question time, si punta a «raggiungere gli obiettivi europei della neutralità climatica attraverso la piena attuazione del principio della neutralità tecnologica, senza ingessare il processo di transizione ecologica in schemi rigidi che rischiano di avere impatti negativi in termini sociali ed economici». Il riferimento esplicito è sullo stop europeo alla vendita di auto e furgoni con emissioni di CO2 dal 2035: nel merito l’azione del Governo Meloni «procederà lungo due direttrici: da un lato, promuovere una maggiore gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli, dall’altro, spingere al massimo nella produzione dei biocarburanti», ovvero rallentando la transizione verso veicoli a emissioni zero (già oggi l’Ue abbraccia il principio di neutralità tecnologica, la volata alle auto elettriche è dovuta semplicemente al fatto che non emettono CO2).

Neanche la proposta di revisione della Direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici – dai quali arriva il 40% del consumo di energia e il 36% delle emissioni di gas serra – va a genio al Governo, che sul punto «ha cercato di migliorare i vincoli posti nel testo iniziale della Commissione. L’azione sarà concentrata a rendere concretamente realizzabili i target di efficientamento energetico, in un percorso che tenga conto delle peculiarità del patrimonio edilizio italiano. Sarà compito del Governo – ha aggiunto Pichetto – garantire un’adeguata tempistica per il raggiungimento dei target previsti, per delineare un piano d’azione realistico».

Nel merito, secondo le stime fornite dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), ai ritmi precedenti al superbonus – reso recentemente inservibile alle classi meno abbienti con lo stop alla cessione del credito – per completare le ristrutturazioni necessarie all’efficienza energetica degli edifici al 2050 serviranno invece 3.800 anni.

Infine, il ministro Pichetto ha affermato che «l’azione del Governo si caratterizza per un’attenzione particolare al perseguimento dello sviluppo delle fonti rinnovabili», ma nell’ultimo anno sono stati installati appena +3.036 MW di nuovi impianti contro gli almeno 10.000 necessari annualmente per centrare gli obiettivi RePowerEu.

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Written by redazione

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