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Crisi climatica in Toscana, la temperatura è già aumentata di +2,2°C rispetto al 1961-1990

L’Accordo sul clima di Parigi, promosso dall’Onu nel 2015 e ratificato anche dall’Italia l’anno successivo, impone di arrestare la crisi climatica entro i +2°C – come media globale – rispetto all’era preindustriale. Oggi il mondo si sta pericolosamente avvicinando (+1,1°C) a questa soglia, ma la Toscana l’ha già ampiamente superata.

I dati illustrati oggi in Regione Toscana dal Lamma, il consorzio nato proprio per iniziativa di Regione e Cnr, confermano non solo che il 2022 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello locale e nazionale – come già anticipato su queste pagine –, ma tracciano anche la portata di questo surriscaldamento: si parla di +1,3°C rispetto all’attuale trentennio climatologico di riferimento (1961-1990), ma basta guardare al trentennio precedente (1961-1990) per arrivare a +2,2°C.

Per dirla con le parole del direttore del Lamma, Bernardo Gozzini, «è evidente che il quadro climatico della nostra regione sta rapidamente cambiando ed è sempre più urgente che si delineino adeguati Piani di adattamento, anche a livello locale», mentre a livello nazionale il Piano ha appena ripreso il suo iter dopo cinque anni di attesa.

Mentre sul fronte della mitigazione, che impone una rapida diminuzione nelle emissioni di gas serra, che fare? «Come Regione stiamo lavorando al Piano della transizione ecologica, che darà uno sguardo integrato a tutte le politiche che potranno avere effetti di mitigazione e contrasto ai cambiamenti climatici – spiega l’assessora Monni – Punterà molto sulla geotermia, risorsa rinnovabile che già oggi produce il 35% dell’energia elettrica utilizzata in Toscana, che potrà esser potenziata e rappresentare l’elemento forte di un mix energetico che vedrà anche lo sviluppo dell’eolico di piccole dimensioni (con un limite massimo di 7 aerogeneratori) e sul fotovoltaico. Stiamo scrivendo una legge con molte semplificazioni, che potrà dare una forte spinta in questa direzione. E naturalmente stiamo lavorando molto sul tema delle comunità energetiche, che tiene insieme il tema della giustizia climatica con quello della giustizia sociale: avremo a disposizione per questo 50 milioni di euro di fondi del Pnrrr per i Comuni sotto i 5.000 abitanti ed altri 20 milioni li metteremo a disposizione dai fondi Por per i Comuni sopra i 5.000 abitanti».

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Written by redazione

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