L’apertura controllata in un’ottica di sviluppo sostenibile che mette d’accordo la tutela dell’ambiente e la promozione turistico naturalistica, è risultata di successo come confermato dai commenti entusiastici e dai racconti di chi si è calato nel magico blu dell’isola, un tempo proibito. Basta andare sui social media o sui siti dei centri Diving per capire come il mare di Pianosa stia regalando grandi emozioni. I diving raccontano, fotografano e filmano lo stupore dei subacquei al ritorno da una immersione nel mare dell’isola del diavolo. Un mare ricco come ai tempi di Jacques Cousteau.
Già all’avvicinarsi alla boa colpisce la vista dal mare della suggestiva piccola isola piatta che cattura il fascino dei visitatori per la sua particolarità. I sub si immergono accolti nel silenzio totale per l’assenza di passaggio delle imbarcazioni in transito, stupiti per la ricchezza di pesce, per le praterie di posidonia e per le aree di secca ben coperte di coralligeno e alghe.
Il fondale presenta archi naturali rocciosi in cui è possibile transitare senza pericolo e incrociare pesci tranquilli che si avvicinano senza paura. La presenza di pesce è impressionante: concentrazioni notevolissime di cernia bruna anche di grandi dimensioni, sarago maggiore, sarago fasciato, sarago pizzuto, corvine, queste ultime oramai introvabili nelle acque elbane a causa della pesca in apnea. Oltre alle cernie, sono incredibili i branchi di giovani tonni in caccia, le eleganti aquile di mare, i banchi di grandi barracuda che riflettono d’argento e fanno pensare ai mari tropicali.
Dal 2013 ad oggi sono state condotte migliaia di immersioni e i diving che vi accedono di solito sono una quindicina ogni anno.
Per fare immersioni a Pianosa bisogna rivolgersi a un Diving Center autorizzato. Tutte le info sulla pagina del sito istituzionale del PNAT https://www.islepark.it/visitare-il-parco/pianosa/itinerari/immersioni
a cura del Parco nazionale Arcipelago toscano
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