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Da Toscana ed Emilia Romagna una legge per salvare la sanità pubblica universale

La Conferenza delle Regioni, in maniera unanime, ha chiesto di difendere il fondo sanitario nazionale e Toscana ed Emilia Romagna, intanto, hanno approvato una legge per salvare la sanità pubblica universale da inviare in Parlamento

«Senza investimenti e risorse adeguate  una sanità pubblica e universale non può sopravvivere – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani – In Toscana già aggiungiamo alle risorse nazionali risorse regionali: fare di più non è semplice. In un momento poi in cui, per scelte sbagliate, gli investimenti finanziati con il Pnrr sono messi a rischio, l’esigenza di evitare tagli e trovare maggiori risorse diventa ancora più necessaria».

La richiesta è quella di portare strutturalmente dal 6,45 al 7,5% del Pil, con aumenti progressivi nei prossimi cinque anni, il finanziamento annuo statale del Servizio sanitario nazionale: circa quattro miliardi di euro in più ogni anno, da 128 miliardi a disposizione nel 2023 ad oltre 149 miliardi nel 2027.

Ma la proposta di legge non punta solo ad accrescere il fondo sanitario nazionale. Nel progetto di legge si propone anche il superamento dei vincoli di spesa delle Regioni per il personale sanitario, così come per il salario accessorio, e la garanzia della copertura delle prestazioni assistenziali su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti.

Le risorse aggiuntive da trovare – 4 miliardi per il 2023, 8 miliardi per il 2024, 12 miliardi per il 2025, 16 miliardi per il 2026 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2027 – si recupererebbero attraverso la lotta all’evasione fiscale, oltre che da uno sperato aumento del Pil.

«Agganciare l’ammontare del fondo sanitario al Pil – aggiunge Giani – e stabilire un principio per cui  non può essere  meno del 7,5 per cento del prodotto interno lordo, che poi è la media della spesa sanitaria in Europa, vorrebbe dire, per la Toscana, avere a disposizione almeno un miliardo di euro in più l’anno, da qui al 2027: 250 milioni già quest’anno”. “Ci sono Paesi in Europa – prosegue Giani – che vanno oltre questa percentuale e sfiorano il 10 per cento. Noi chiediamo di raggiungere, in cinque anni, almeno la media europea. La Repubblica, in base alla Costituzione, tutela la salute come diritto fondamentale, ma per rendere effettivo questo diritto sono necessarie risorse adeguate».

L’articolo 32 stabilisce infatti il diritto di accesso universale alle cure. E se mancano le risorse economiche per renderlo possibile, è bene ricordare che un altro articolo costituzionale – il numero 53 – impone la progressività fiscale: tassare di più i ricchi per garantire a tutti l’accesso ad una sanità pubblica e universale non può essere un tabù.

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