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Dalla Commissione Ue nuova normativa per il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura

La Commissione europea ha adottato oggi una metodologia standardizzata per misurare la presenza di microplastiche nell’acqua e un atto delegato per garantire il riutilizzo sicuro delle acque reflue trattate per l’irrigazione agricola.

Una buona notizia per l’Italia, dove – nonostante i crescenti rischi di siccità, a causa della crisi climatica in corso – ad oggi appena il 4% dell’acqua depurata viene effettivamente riutilizzata, nonostante ben più ampie potenzialità.

In particolare, la nuova normativa sul riutilizzo delle acque chiarisce la procedura che le autorità nazionali dovranno seguire per gestire in modo proattivo i rischi connessi all’uso delle acque reflue per l’irrigazione. Si tratta dunque di individuare tali rischi.

Per quanto riguarda invece la nuova metodologia armonizzata e standardizzata sulle microplastiche, questa aiuterà gli Stati membri a raccogliere informazioni sulla presenza di microplastiche nella propria catena di approvvigionamento idrico. Ciò renderà il confronto e l’interpretazione dei risultati ottenuti più facili rispetto alla situazione attuale in cui gli Stati membri utilizzano metodi differenti.

Si tratta di un’innovazione normativa che arriva in un momento di particolare fermento scientifico sulle microplastiche, dato che è per la prima volta è stata trovata una correlazione tra la presenza di microplastiche nel corpo umano (in particolare nelle placche aterosclerotiche) e un raddoppio dei rischi di infarto e ictus.

«Vogliamo garantire che l’acqua che utilizziamo, dalle bevande all’irrigazione, soddisfi sempre gli standard di sicurezza più elevati – commenta il commissario europeo Sinkevičius – Grazie alle norme attuali i cittadini avranno la certezza che l’acqua potabile sarà attentamente controllata per scongiurare la presenza di microplastiche, che qualsiasi acqua riutilizzata sarà sicura e che verrà limitata l’estrazione eccessiva di acqua, contribuendo a ripristinare il ciclo dell’acqua interrotto. Tuttavia, per ripristinare realmente questo ciclo dobbiamo anche proteggere i nostri mari. Conto quindi sugli Stati membri per garantire che le nostre ambizioni in materia di uso sostenibile dell’ambiente marino si concretizzino nelle loro prossime strategie in questo ambito».

Nel merito, le due nuove norme relative alle acque si aggiungono a un avviso pubblicato all’inizio di questa settimana per aiutare gli Stati membri a definire il “buono stato ecologico” degli oceani. Ciò aiuterà in particolare gli Stati membri a sostenere gli attori economici nell’uso sostenibile del mare, evitando al contempo danni significativi o irreversibili alla vita o agli habitat marini.

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Written by redazione

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