
Il team di ricercatori ha verificato la fattibilità tecnica dell’integrazione di questi moduli fotovoltaici innovativi in un parco solare operante in condizioni reali per 9 mesi, dimostrando l’efficacia e la scalabilità del processo di fabbricazione su larga scala.
Per l’Università di Siena, a lavorare sul progetto è stato il gruppo di ricerca “Research on renewable energy and sustainability”, coordinato da Adalgisa Sinicropi e Maria Laura Parisi, professoresse associate del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell’Ateneo toscano.
«In questo contesto i ricercatori hanno contribuito al lavoro realizzando un modello prospettivo di analisi del ciclo di vita per valutare la sostenibilità ambientale dei pannelli fotovoltaici innovativi e delle relative prestazioni considerando scenari energetici al 2050. I risultati ottenuti hanno fornito un supporto fondamentale per l’eco-design del sistema, dimostrando che la tecnologia messa a punto dal team di ricercatori ha un potenziale eccellente per contribuire al mix energetico europeo in ottica di decarbonizzazione», spiega Parisi.
I test eseguiti sui pannelli fotovoltaici installati ad Heraklion, sull’isola di Creta, hanno infatti dimostrato che i nuovi materiali sono vantaggiosi in termini di prestazioni e di impatto ambientale, rappresentando una pietra miliare verso la fase di commercializzazione di questa tecnologia fotovoltaica. La tecnologia delle celle solari a perovskite è caratterizzata da bassi costi di produzione un’elevata efficienza di conversione, simile alle celle solari in silicio monocristallino di ultima generazione, che possono convertire circa il 26% dell’energia solare in elettricità.
«Lo studio – aggiunge Sinicropi – si basa su un approccio multidisciplinare che ha consentito la realizzazione e l’installazione del primo parco ad energia solare realizzato con pannelli fotovoltaici di terza generazione basati sull’integrazione della perovskite con materiali bidimensionali come il grafene o altri in sostituzione del silicio e completamente equipaggiata con sistemi di acquisizione di dati in tempo reale. I test eseguiti hanno dimostrato che i nuovi materiali sono vantaggiosi in termini di prestazioni e di impatto ambientale. I materiali bidimensionali (2D) sono elementi fondamentali di questa tecnologia in quanto migliorano l’efficienza e, soprattutto, la durata dei moduli, che è la chiave per il percorso verso la loro industrializzazione».
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