
Gli ambientalisti del Cigno Verde denunciano che «Nel caso di Formia alla situazione destabilizzante degli incendi si è aggiunto la rovinosa manomissione del territorio dovuta a una antropizzazione incontrollata che negli anni scorsi ha interessato l’intera area. Proprio nei punti in cui l’acqua ha mostrato la massina violenza abbandonando il normale percorso e riversandosi sulle strade e piazzali sono presenti anche opere di tombinamento e riduzione dell’alveo che hanno accentuato il fenomeno. Questi eventi si potranno registrare sempre più frequentemente nel periodo di settembre a novembre dei prossimo anni su tutto il versante che va da itri fino a Spigno Saturnia dove le fiamme aggrediscono con particolate violenza il patrimonio boschivo».
Anche secondo nota Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle del Lazio, «Non possiamo più sorprenderci degli eventi calamitosi che sempre più violentemente colpiscono i nostri territori e anno dopo anno si moltiplicano. Questa volta la conta dei danni la dobbiamo fare a Sabaudia, dove sono stati innumerevoli gli alberi abbattuti e le colture distrutte, e in modo ancora più devastante a Formia, dove fiumi di fango sono venuti giù da Santa Maria La Noce, collina cittadina deturpata, la scorsa estate, dagli incendi e dai decennali abusi, sanati nel corso degli anni, ma che hanno comunque compromesso l’assetto idrogeologico del territorio. Sappiamo tutti molto bene che è solo per un caso fortuito che oggi, mentre guardiamo con timore il cielo di nuovo grigio e carico di pioggia e siamo sconfortati per i danni, non piangiamo feriti, o peggio vittime, di questo ennesimo disastro che non è solo figlio del cambiamento climatico e della “Natura Matrigna”. Abbiamo tutti delle responsabilità ma anche il dovere di confrontarci con la nuova realtà che abbiamo intorno: per questo è sempre più fondamentale mitigare i rischi connessi agli eventi meteorologici avversi. Soprattutto attraverso una transizione ecologica che riequilibri gli eccessi e restituisca alla natura quello che le abbiamo tolto e che ora, lo vogliamo o no, si riprenderà, se non cambiamo ancora più decisamente rotta, come nel Lazio stiamo già provando a fare. Nel mentre, tutta la mia solidarietà va ai cittadini, agli operatori di Protezione Civile e a tutti coloro che sono coinvolti nell’emergenza, che ieri ed oggi non si sono risparmiati ed hanno imbracciato la pala per ridare dignità alle nostre città».
Legambiente Sud Pontino continua: «Chiediamo ancora una volta alle autorità di intervenire specialmente lungo i versanti incombenti su aree ad alto rischio idrogeologico per predisporre un valido piano antincendio e delimitare subito su carte topografiche di dettaglio le aree percorse dal fuoco al fine di individuare le aree urbanizzate, a valle, che potrebbero essere interessate rovinosamente da eventuali colate detritiche. E’ indispensabile più che mai pianificare la riforestazione delle aree percorse dal fuoco e corretta amministrazione delle aree boschive ancora risparmiate».
L’articolo Danni del Maltempo sulla costa Pontina: «Abusi decennali hanno compromesso l’assetto idrogeologico» sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.
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