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Ecco il biodigestore di Montespertoli, il Chianti accoglie uno dei più grandi impianti d’Italia

Un nuovo impianto in grado di regalare alla Toscana centrale l’autosufficienza per quanto riguarda la gestione dei rifiuti organici, capace di produrre energia green sotto forma di biometano e compost, pensato per ridurre al minimo il proprio impatto ambientale rispetto al paesaggio che lo circonda.

Questo, in sintesi,  quanto emerso dall’inaugurazione del nuovo impianto di biodigestione anaerobica a Monsterspertoli, nelle colline chiantigiane fra Empoli e Firenze, tenutasi questa mattina alla presenza dei vertici di Alia Multiutility – che lo ha realizzato a fronte di una spesa pari a 75 milioni di euro – e delle istituzioni toscane.

«Si tratta di un impianto fondamentale per l’Ato centro e quindi per la province di Firenze, Prato e Pistoia – spiega il presidente della Regione, Eugenio Giani – che consentirà di smaltire 160mila tonnellate: rifiuti che diventano economia. Tutto si smaltisce ma tutto si produce, in questo caso energia. Devo dire che è straordinario anche l’impatto ambientale sul territorio, nel senso che l’impianto mantiene quel profilo di bellezza che questo territorio ha nelle armonie delle colline».

Il nuovo impianto, composto da 4 biodigestori anaerobici ubicati in località Casa Sartori, dove prima si trovava una discarica, si pone a diventare un simbolo per il Paese in termini di transizione ecologica, oltre ad essere già l’impianto più grande di questo genere in tutto il centro Italia.

Ma le comunità locali non sempre accettano favorevolmente questo tipo di soluzioni: l’inaugurazione di oggi è figlia di un percorso condiviso con la cittadinanza, come ha tenuto a sottolineare il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini.

«Noi non abbiamo nascosto niente – ha confermato il primo cittadino – siamo partiti da lontano già dieci anni fa coinvolgendo la cittadinanza in questa scelta, inserendola nei nostri strumenti di pianificazione, facendo incontri, spiegando, aprendo il cantiere in fase di realizzazione, aprendolo anche ai nostri agricoltori, che poi son quelli che utilizzano il compost. Per Montespertoli questo impianto rappresenta l’occasione di essere protagonisti per questa frazione organica, e quindi di risolvere un problema per tutte le comunità».

A Mugnaini ha fatto eco Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility, che ha a sua volta posto l’attenzione sul percorso di trasparenza che ha accompagnato tutta la realizzazione dell’opera, un percorso destinato a continuare sotto forma di visite didattiche guidate (ma in estate ci sarà anche la musica, col festival Montespertoli musica estate) all’interno dell’impianto, per «mostrare che fine fanno anzi, che inizio fanno i rifiuti» a partire dal prossimo autunno.

Perra ha voluto inoltre ribadire l’importanza della cittadinanza nella raccolta differenziata, indubbiamente valorizzata da un impianto di questo tipo: «Siamo felici di concludere i lavori e iniziare la messa in marcia di questo impianto. Separare i rifiuti è molto importante: quando a volte si sente dire ‘eh ma vabbè ma tanto mettono tutto insieme’ no, non è così, è importante separare ed è importante farlo correttamente perché questo consente di far funzionare questo tipo di impianti. Quindi noi invitiamo i cittadini a contribuire a questo grande gioco di squadra che è la raccolta dei rifiuti ed il recupero della materia».

Ammontano a 160mila le tonnellate di rifiuti organici che l’impianto potrà trattare annualmente (divisi fra 145mila di Forsu e 15mila tra sfalci e potature), che si tradurranno in 12 milioni di metri cubi di biometano – di qualità identica al metano di origine fossile, con la profonda differenza che ma in questo caso si tratta di una fonte rinnovabile – e 35mila tonnellate di compost, da utilizzare in agricoltura al posto dei fertilizzanti di sintesi, numeri che posizione l’impianto di Montespertoli fra i primi cinque in Italia.

Dal punto di vista paesaggistico, invece, sono 360 gli alberi che sono stati piantati all’interno del perimetro dell’impianto, che già poteva vantare 350 arbusti di vario generi e 1600 piante officinali. Una soluzione rispettosa per l’ambiente e dall’alto valore architettonico grazie al lavoro dell’architetto Pietro Giorgieri, come ricordato dall’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni.

«Si fa un gran parlare dei ritardi toscani in campo di rifiuti mentre qua – conclude Monni – siamo a visitare l’ennesimo impianto che in questa legislatura prende il via. Un impianto strategico quindi non sono dal punto di vista dell’economia circolare, ma che ha una qualità architettonica particolarmente importante. Questo è il punto su cui eravamo scoperti: l’organico è l’unica frazione (guardando ai soli rifiuti urbani, ndr) che la Toscana manda al di fuori dei confini regionali per 160mila tonnellate, che è l’esatta dimensione di questo impianto; grazie anche al nuovo biodigestore in via di realizzazione a Peccioli (PI) la Regione sarà autosufficiente».

di Davide Agazzi per greenreport.it

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