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Economia circolare, Retiambiente rinnova il cda nel segno della continuità

L’assemblea dei soci di Retiambiente – composta dai Comuni presenti lungo l’Ato Toscana costa – ha deliberato oggi la composizione del nuovo consiglio d’amministrazione, confermando il presidente Daniele Fortini e il vicepresidente Maurizio Gatti.

Al voto hanno partecipato 34 Comuni, rappresentanti l’80,3% del capitale sociale complessivo, esprimendosi positivamente sulla proposta di rinnovo degli organi con il 79,82% dell’intero capitale sociale.

I soci hanno anche nominato gli altri consiglieri, nelle persone di Federico Cartei, Sandra Munno e Ida Di Crosta; per quanto riguarda infine il collegio sindacale, confermato Gianluca Risaliti (presidente) con Sonia Cappetta, Marco Pulga come nuova nomina. Sindaci supplenti, Stefano Tamberi e Eleonora Bartolomei.

«Ringrazio i soci per la rinnovata fiducia – commenta a caldo il presidente  confermato, Daniele Fortini –, testimonianza del riconoscimento di un lavoro positivo svolto dalla società intera, secondo gli indirizzi fissati dai soci in questi due anni di operatività. Il nuovo piano industriale di Retiambiente ora dovrà essere realizzato permettendo di coniugare la buona produzione di servizi con una intelligente industrializzazione, ecologicamente ispirata e finalizzata al contenimento dei costi».

Il Piano industriale, presentato in una prima versione nel 2020 e poi aggiornato nell’aprile di quest’anno, prevede investimenti (con orizzonte 2035) per circa 240 milioni di euro, di cui circa 90 dovrebbero essere dedicati alla realizzazione di un ossicombustore per trattare fino 179mila t/a di vari rifiuti secchi non riciclabili meccanicamente.

«La gestione di Retiambiente – commenta il presidente del Comitato unitario di controllo analogo, nonché sindaco di Podenzana, Marco Pinelli – ci pone di fronte ad una prospettiva ambiziosa, il cui percorso è già iniziato da oltre due anni; tale prospettiva è la gestione di un servizio delicato in un ambito ampio, formato da cento comuni e quattro province, con un piano industriale condiviso e approvato, che ci pone di fronte sfide in tema di economie circolare estremamente ambiziose. Tutto questo necessità di capacità al confronto e di sintesi, convergendo su scelte ampie e condivise, che possano ricadere positivamente sul territorio».

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