Sono circa 95.000 gli uccelli acquatici censiti in Toscana nel gennaio appena trascorso: un numero leggermente inferiore a quello degli ultimi anni ma tutto sommato in linea con le fluttuazioni annuali che caratterizzano l’afflusso di questi uccelli migratori. Dopo anni di continuo aumento, dall’inizio del secolo la loro consistenza si è stabilizzata tra 95.000 e 110.000.
È il quadro che emerge dalla raccolta dei dati appena conclusasi, nell’ambito del programma di censimenti invernali “International Waterbird Census”, promosso a livello internazionale da Wetlands International, e coordinata in Italia da ISPRA,che ha visto coinvolti i rilevatori volontari del COT ancora una volta, come tutti i mesi di gennaio a partire dal 1984.
Se è vero che a livello generale il 2024 ha fatto registrare una leggera flessione nel numero di acquatici presenti in Toscana, il calo sembra più marcato nelle aree meridionali della regione e non interessare i settori settentrionali.
Due grandi aree ormai si attestano tra le principali e più importanti della nostra regione per numero di presenze: il Padule di Fucecchio, dove sono stati censiti ben oltre 13.000 uccelli, numero che la porta come prima zona umida in Regione per numero di presenze quest’anno, e l’ex Padule di Bientina, che segue a ruota con numeri di poco inferiori, insieme alla più famoso Laguna di Orbetello: mentre il Padule di Fucecchio è una grande palude interna di oltre 1800 ettari, la più grande dell’Italia peninsulare, il vicino ex padule del Bientina è in realtà una zona di bonifiche ed aree umide residuali, in gran parte trasformate in pascoli e coltivi, ma che insieme dimostrano una notevole potenzialità per l’avifauna svernante.
E sono proprio queste due aree, con un contributo minore ma comunque significativo del vicino Lago di Sibolla, che accolgono i gruppi più consistenti della specie di più numerosa in Toscana: l’Alzavola. Con circa 13.500 esemplari, oltre la metà della popolazione toscana, trova nelle seppur piccole riserve di questi “paduli”, habitat favorevole dove trascorrere l’inverno, a riprova della importante funzione conservazionistica svolta da queste aree.
Gli anatidi complessivamente hanno registrato circa 36.000 presenze: oltre la già citata Alzavola, le più diffuse sono state il Germano reale (oltre 7.500 esemplari), il Mestolone (2.500) e il Moriglione (1.600). In leggero calo quest’anno il numero diOche selvatiche, presenti con poco meno di 3.500 individui, la cui popolazione svernante è concentrata principalmente nella Riserva Regionale della Diaccia Botrona e nel Parco Regionale della Maremma.
Tra le specie più numerose figura anche l’appariscente Fenicottero, l’elegante trampoliere rosa delle lagune salmastre, presente con oltre 5.500 esemplari, prevalentemente concentrati nelle paludi salate della Maremma ma sempre più frequenti con piccoli nuclei in zone umide di acqua dolce del Valdarno.
In netto e costante incremento gli aironi e, in particolare, l’airone guardabuoi, che ha raggiunto il numero record di 8.500 individui; oramai presenza caratteristica di molte aree rurali più che delle zone umide, questi aironi sono censiti soprattutto ai dormitori serali, su alberi o arbusteti vicini all’acqua, dove insieme ad altre specie si uniscono in grandi numeri per trascorrere la notte. Di rilievo la presenza del Mignattaio, una rara specie di ibis, che raggiunge il numero importante di 986 individui.
Numeri da record li sta facendo registrare oramai da alcuni anni un’altra specie di ibis, introdotta dall’uomo e invasiva, l’Ibis sacro, presente in Toscana con una popolazione svernante che quest’anno ha superato i 3.000 esemplari, concentrati soprattutto nel settore nord-occidentale della regione.
Spontanea invece la recente colonizzazione del Marangone minore, una specie di piccolo cormorano, dall’originaria distribuzione europea più orientale, che ha registrato un nuovo record di presenze con 376 esemplari, distribuiti tra la Val di Chiana, la Piana Fiorentina e il Padule di Fucecchio.
I dati raccolti permettono di quantificare l’importanza delle zone umide toscane e certificano che molte di esse soddisfano i criteri per essere considerate di importanza internazionale o nazionale per lo svernamento degli uccelli acquatici.
Numeri, molti numeri, raccolti con impegno, fatica, ma anche tanta passione, dal piccolo esercito volontari rilevatori, ricercatori e tanti appassionati del Centro Ornitologico Toscano, sempre supportati da tante strutture pubbliche e private, Parchi Regionali, Oasi, Riserve, associazioni, enti locali e proprietari di aree private, a cui va il ringraziamento del COT.
di Centro ornitologico toscano (COT)
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