
Shell ha notificato al governo della Federazione Russa che non confermerà la sua quota nel nuovo operatore Sakhalin-2, ma ha aggiunto che sta ancora discutendo «Opzioni in linea con i requisiti e gli accordi legali applicabili» per mantenere un contratto per ricevere carichi di GNL provenienti dall’impianto nell’estremo oriente russo. Shell ha comunque assicurato i suoi clienti che «L nostra decisione in merito a Sakhalin-2 non influirà sulla capacità di fornire gas ai clienti in linea con i contratti esistenti».
Il 30 giugno, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per trasferire la proprietà di Sakhalin Energy, l’ex operatore di Sakhalin-2, a un nuovo operatore, Sakhalin Energy LLC e per spostare la sede della comnpagnia dal caldo paradiso fiscale delle Bermuda alla gelida e remota Yuzhno-Sakhalinsk,
Il governo russo ha informato gli azionisti giapponesi e britannici del vecchio consorzio che potranno acquisire una partecipazione nel nuovo operatore in proporzione alla loro partecipazione nel vecchio. Shell possedeva il 27,5% meno una quota in Sakhalin Energy.
Le due compagnie giapponesi Mitsui (12,5%) e Mitsubishi (10%), hanno invece accettato il diktat russo e hanno trasferito le rispettive quote che detenevano in Sakhalin Energy al nuovo operatore, del quale colosso energetico statale russo Gazprom continua a possedere il 50% più una quota che potrebbe incrementare con l’acquisizione dei parte delle quote di Shell e, nel caso questo succeda, gli i analisti di Bloomberg hanno avvertito che così Shell finirebbe per «Consegnare ancora più entrate energetiche alla Russia».
Intanto, oggi il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha approvato la richiesta della Mitsubishi di continuare la sua partecipazione al progetto Sakhalin-2. Il 30 agosto il Cremlino aveva approvato una domanda separata dalla Mitsui per trasferire la sua partecipazione del 12,5% nel progetto alla nuova entità.
Così, il governo di centro-destra giapponese che ufficialmente aderisce al boicottaggio economico della Russia voluto da Usa ed Ue, continuerà ad importare GNL russo attraverso un nuovo accordo economicio con Mosca, mentre Shell, pur uscendo dal consorzio, cercherà di vendere le sue quote a Mosca – magari con qualche triangolazione cinese – e a trafficare con il GNL di Sakhalin,
L’articolo Gnl di Sakhalin 2: Shell esce ma i giapponesi restano sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.
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