
Nel Lago di Vico, invece, risultati entro i limiti di legge tutti e tre i punti campionati: lago nei pressi del ristorante “La bella Venere” in località Scardenato a Caprarola, sempre risultato entro i limiti dal 2016; lago presso la spiaggia tra il ristorante “Ultima spiaggia” e lo stabilimento “Riva Verde”/”Riva azzurra” in località Punta del Lago a Ronciglione (entro i limiti dal 2018); il nuovo punto campionato a lago presso la scaletta a Ronciglione.
Elisa Scocchera, portavoce della Goletta dei Laghi, evidenzia che «Sul Lago di Bolsena si nota un miglioramento rispetto alla situazione riscontrata negli ultimi anni. Alcuni punti, comunque, risultano ancora critici e da attenzionare. La siccità di questi mesi potrebbe avere contribuito a determinare questi risultati, dal momento che molti canali campionati dai nostri volontari nelle scorse edizioni sono in secca. Il Lago di Vico, invece, conferma una situazione positiva dal punto di vista dell’inquinamento microbiologico».
Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, sottolinea che «Nel Lago di Vico non sono state riscontrate criticità derivanti da mancata depurazione dei reflui e nel grande Lago di Bolsena indichiamo due punti dove invece è troppo alta la presenza di microrganismi di origine fecale. Se andiamo ad analizzare lo storico delle nostre analisi emerge un miglioramento, ma tutto ciò non deve assolutamente fare abbassare l’attenzione sullo stato complessivo di salute di questi magnifici luoghi. Il quadro ecologico esposto dagli esperti degli enti di ricerca presenti oggi al nostro appuntamento è, infatti, a dir poco preoccupante per l’inquinamento chimico che ha origine dall’impatto di pesticidi e fertilizzanti, utilizzati soprattutto per l’accrescimento della monocoltura sempre più invasiva dei noccioleti in tutto questo territorio. Se il Lago di Vico ha subito negli ultimi 15 anni un abbassamento terribile dei livelli d’ossigenazione, sulla stessa strada rischia di andare il Lago di Bolsena: per preservare al meglio queste risorse idriche sempre più strategiche, bisogna rafforzare i ruoli degli enti parco, dei contratti di lago e mettere in campo una nuova coniugazione agricola in chiave di deintensificazione della monocoltura delle nocciole e di diffusione di modalità virtuose e biologiche, per dare più spazio ad uno sviluppo sostenibile che passi da un comparto agrosilvopastorale più sano e virtuoso».
Roberta Postiglioni, presidente del circolo di Legambiente Lago di Vico, conclude: «E’ importante mantenere alta l’attenzione verso il nostro ecosistema lacustre, strettamente connesso al benessere del territorio e dell’ambiente che ci circonda Abbiamo perciò voluto coinvolgere anche i ricercatori sul campo, per comprendere al meglio lo stato di salute del Lago di Vico e cercare delle soluzioni concrete. Auspichiamo questo possa essere il primo di una serie di incontri per fare rete sulla tutela e la salvaguardia delle nostre acque interne».
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