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Greenpeace: l’Ue è incapace di proteggere gli oceani

Ieri sera, grandi immagini proiettate della vita oceanica e di denuncia dell’inerzia politica hanno illuminato  la sede della Commissione europea a Bruxelles e Greenpeace ha invitato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il commissario per l’ambiente Virginijus Sinkevičius a «Mantenere le loro promesse, finora vuote, di proteggere gli oceani».

Secondo Greenpeace Europen Unit, «L’Unione europea e altri autoproclamati “campioni degli oceani” come il Regno Unito e gli Stati Uniti non sono riusciti ad approvare un Global Ocean Treaty durante l’ultimo ciclo di negoziati delle Nazioni Unite nell’agosto 2022. L’ambiente marino dell’Ue è in uno stato pessimo, con il  99% di Acque europee non protette  dalle “attività ad alto impatto”, come la pesca a strascico o l’estrazione mineraria».

Laura Meller della campagna Protect the Oceans di Greenpeace ha sottolineato che «L’Unione europea deve garantire la protezione degli oceani che ha ripetutamente promesso. Insieme al Regno Unito e agli Stati Uniti, è in gran parte responsabile del mancato raggiungimento di un accordo nell’ultimo ciclo di negoziati del Global Ocean Treaty. L’Ue ama presentarsi come un campione degli oceani, nonostante le sue acque siano in uno stato pessimo e le flotte pescherecce industriali dei paesi dell’Ue stiano devastando la vita marina e mettendo a repentaglio le comunità costiere dell’Africa occidentale e altrove. E’ tempo che la Commissione europea si faccia avanti e garantisca la piena protezione di almeno il 30% dei nostri oceani dallo sfruttamento».

Nel dicembre 2022, alla Cop 15 CBD di Montreal, i governi di tutto il mondo – compresa l’Italia – hanno concordato in linea di principio di  proteggere almeno il 30% degli oceani  (e della terraferma) del pianeta entro il 2030. Greenpeace fa notare che «Questo storico accordo sarà realizzabile solo se verrà firmato un solido Global Ocean Treaty durante i negoziati delle Nazioni Unite che si terranno a New York dal 20 febbraio al 3 marzo 2023».

Prima del summit CBD, Sinkevičius aveva  affermato che «La somma che l’Ue sta impegnando oggi è significativa, ma non quanto il ruolo che l’oceano svolge per la nostra stessa esistenza. Ci fornisce aria pulita, regola il clima, ospita gran parte della biodiversità sulla Terra ed è fondamentale per la nostra economia. L’oceano ci sta portando tutti questi benefici e dobbiamo proteggerlo. Il nostro futuro dipende da questo». E la Commissione Ue aveva ricordato che «Alla conferenza Our Ocean, l’Ue ha assunto impegni che coprono tutti i temi di questo evento internazionale: aree marine protette; contrastare l’inquinamento marino; affrontare la crisi climatica degli oceani; creare economie blu sostenibili; promuovere la pesca e l’acquacoltura sostenibili su piccola scala; e raggiungere un oceano sicuro, giusto e protetto».

Greenpeace European Unit invita l’Ue e gli altri governi della  High Ambition Coalition  a tornare al tavolo dei negoziati con un’offerta credibile che possa portare a un efficace Trattato globale sugli oceani e conclude: «Questo significa stanziare finanziamenti sufficienti, impegnarsi a condividere equamente con il Sud del mondo i profitti futuri delle risorse oceaniche e garantire che il trattato finale sia sufficientemente solido da garantire aree completamente protette in alto mare. Gli oceani sostengono tutta la vita sulla terra. Aiutano a regolare il clima del pianeta, forniscono cibo e mezzi di sussistenza a miliardi di persone e ospitano gran parte della vita animale e vegetale di questo pianeta».

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