
Più nel dettaglio, Enea ha realizzato lo studio preliminare delle matrici vegetali che ha consentito di individuare quella più idonea alla produzione di biocarburanti per aviazione. Inoltre, si è occupata di caratterizzazione delle emissioni dei velivoli in aria ambiente insieme alla valutazione tossicologica per la stima della sostenibilità economica.
Il Reparto sperimentale volo ha invece condotto due voli – il primo con miscelazione di combustibile di origine biogenica al 20% e il secondo al 25% –, provvedendo anche alla raccolta dei dati di performance motoristica.
Nel suo complesso, la sperimentazione ha permesso di confrontare i livelli e la tipologia di emissioni delle diverse miscelazioni rispetto a quelli dei combustibili fossili tradizionali, nonché di compiere numerose prove di compatibilità del biofuel puro, a diverse concentrazioni, con i materiali metallici ed elastomerici dei velivoli, per escludere eventuali problemi al motore o alle parti plastiche.
Il progetto «rappresenta una pietra militare nel percorso verso la transizione ecologica in ambito militare», spiegano nel merito dal Cnr. Sicuramente si tratta di una buona notizia per un futuro sempre più decarbonizzato del trasporto aereo, ma a proposito di “transizione ecologica” è utile ricordare che nel fondamentale “Programma bioeconomico minimale” realizzato dall’economista Georgescu-Roegen – l’antesignano della moderna economia ecologica – al primo posto c’è proprio la proibizione della produzione di tutti i mezzi bellici.
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