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I compostatori italiani chiedono risorse Pac per finanziare il riciclo dei rifiuti organici

In occasione della Giornata mondiale del suolo, il Consorzio italiano compostatori (Cic) ha chiesto risorse dalla Politica agricola comune (Pac) per sostenere economicamente il riciclo dei rifiuti organici: Forsu ma anche fanghi di depurazione.

«Il suolo – spiegano dal Cic – è una risorsa ambientale strategica da tutelare e in questo senso il settore del biowaste ha un ruolo cruciale. Ogni anno in Italia sono oltre 7 milioni le tonnellate di rifiuti organici che vengono raccolte e avviate agli impianti di compostaggio, producendo circa 2,2 milioni di tonnellate di compost di alta qualità. Essendo un fertilizzante organico, questo compost, restituito alla terra, contribuisce al nutrimento del suolo, garantendo sicurezza agricola resiliente, e alla decarbonizzazione. L’utilizzo corretto del compost può infatti aiutare a contrastare il cambiamento climatico, permettendo di rimuovere il carbonio dall’atmosfera e riportandolo al suolo, cui appartiene».

Ad oggi, invece, la Pac ha fatto ben poco per il clima. Benché oltre un quarto di tutta la spesa agricola dell’Ue nel periodo 2014-2020 – equivalente a più di 100 miliardi di euro – sia stata destinata alla mitigazione dei cambiamenti climatici, è dal 2010 che in Europa le emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura e (soprattutto) dagli allevamenti non diminuiscono: in pratica 100 miliardi di euro buttati. E ora che è arrivato il momento di provare a fare meglio, le risorse non mancano.

Il Piano strategico della Politica agricola comune (Pac) dell’Italia per il periodo 2023-2027 è stato infatti approvato venerdì scorso dalla Commissione europea, per un valore di ben 26,61 miliardi di euro.

In questo contesto, il Cic chiede che all’interno del piano strategico della Pac nazionale vengano previsti interventi economici per finanziare, ad esempio mediante la concessione di contributi diretti, sotto forma di credito d’imposta o in altre forme – misure di sostegno per il reintegro della sostanza organica nel suolo mediante l’utilizzo degli ammendanti compostati (derivanti dal riciclo dei fanghi di depurazione e dei rifiuti organici) prodotti in accordo con adeguati sistemi di garanzia e di assicurazione della qualità.

Allo stesso tempo, il Cic sottolinea la proposta di individuare il compost quale matrice organica rinnovabile che, utilizzata nelle pratiche colturali convenzionali, possa entrare negli schemi di carbon credits che si stanno sperimentando con grande successo in alcune parti del mondo.

«Il suolo è uno dei beni più importanti e allo stesso tempo sottovalutati del pianeta. Troppo spesso lo si dà per scontato e si dimentica il ruolo straordinario che ricopre come carbon sink. Ogni anno sono 420.000 le tonnellate di carbonio organico che possono essere riportate al suolo fertilizzando con il compost», commenta Lella Miccolis, presidente del Cic.

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