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I gabbiani reali seminano le olive su coste e isole

Le Isole Baleari sono una famosa destinazione turistica spagnola dove i gabbiani reali (Larus michahellis) sono visti – come quasi ovunque nel Mediterraneo –  come dei fastidiosi e urlanti parassiti che rovistano nella spazzatura e mangiano qualsiasi cosa e animale commestibile.

Ma lo studio “Gulls contribute to olive seed dispersal within and among islands in a Mediterranean coastal area”, pubblicato sul Journal of Biogeography  da un team di ricercatori giapponesi e spagnoli ha scoperto che questi grandi e onnipresenti uccelli svolgono un ruolo ecologico sorprendentemente importante nelll’Arcipelago delle Baleari.

Vent’anni fa uno degli autori dello studio, l’ecologo Alejandro Martínez Abraín dell’Universidade da Coruña stava studiando le colonie di uccelli marini lungo la costa spagnola vicino alle Isole Baleari quando notò qualcosa di strano: sugli affioramenti rocciosi e nelle calette isolate c’erano ovunque noccioli di oliva bruno-verdastri, sparsi sotto i piedi palmati di orde di gabbiani reali e in molte aree i noccioli si erano accumulati nelle fessure calcaree senza germinare. Ma in una colonia nel delta dell’Ebro, a circa 175 chilometri a sud di Barcellona, ​​gli alberelli di olivo spuntavano dalle dune di sabbia.

In Spagna, dove i Fenici introdussero gli olivi più di 3.000 anni fa, gli olivastri selvatici sono comuni e gli olivi coltivati fanno parte del paesaggio almeno dal Medioevo. Nel delta dell’Ebro, gli olivi selvatici stavano cambiando l’ecosistema e il territorio caratterizzato da erbe e conifere arbustive tipiche dei sistemi dunali si stava trasformando in una foresta di olivastri.

Martínez Abraín si rese conto che i gabbiani reali mangiavano olive altrove e rigurgitavano i noccioli in piccoli mucchi attorno ai loro siti di riproduzione e che «Si trattava davvero di ingegneria ecologica e nessuno ci prestava attenzione».

Lo scienziato spagnolo ha iniziato a raccogliere i noccioli di olive rigurgitati dai gabbiani, ma la ricderca ha preso un’altra piega quando Haruko Ando, ​​un esperto in dispersione di semi della Biodiversity Division del National Institute for Environmental Studie del Giappone, ha sentito parlare dei gabbiani mangiatori di olive durante una sua recente visita in Spagna.

Insieme a Martínez Abraín e altri collaboratori spagnoli e catalani, Ando ha rivelato che «I gabbiani reali mangiano sia olive selvatiche che coltivate e diffondono quei semi su lunghe distanze tra le Isole Baleari».

Per gli scienziati l’arcipelago ha le condizioni ideali per studiare la dispersione dei semi da parte dei gabbiani. Alcune isole, come Dragonera, situata a circa un chilometro al largo della costa occidentale di Maiorca, hanno boschetti di ulivi selvatici e domestici, ma sulle isole più piccole e prive di alberi, gli uccelli sono gli unici distributori di noccioli.

Secondo la neozelandese Debra Wotton dell’università di Canterbury e fondatrice della società di consulenza scientifica Moa’s Ark Research, che non è stata coinvolta nel nuovo studio, «I risultati dimostrano chiaramente il potenziale dei gabbiani di spostare i semi da un’isola all’altra. La dispersione è un processo fondamentale nel modellare le comunità vegetali, che sono il fondamento di un ecosistema. Quindi questi gabbiani sono parte integrante del loro ambiente».

Per capire fino a che punto i gabbiani reali potrebbero diffondere i semi di oliva, Ando e il suo team  avevano bisogno di sapere quanto tempo impiegano i gabbiani a rigurgitare i noccioli di oliva. Nei test con uccelli in cattività, gli scienziati hanno nutrito 4 gabbiani reali con olive nascoste all’interno di gustose sardine. In media, i gabbiani impiegavano più di 30 ore per sputare i semi, privati ​​dei frutti carnosi.

Durante questo periodo sorprendentemente lungo, i gabbiani possono trasportare noccioli di oliva per lunghe distanze. Sulla base degli spostamenti di 20 gabbiani reali  selvatici dotati di trasmettitori GPS, gli scienziati stimano che, «In media, i gabbiani spostano i noccioli di olive selvatiche per più di 7,5 chilometri e i noccioli di olive domestiche per più di 12,5 chilometri. Si stima che la distanza più lontana tra i gabbiani che trasportano noccioli di oliva nell’arcipelago sia di 100 chilometri».

Ando fa notare che «Il fatto che i gabbiani stiano spostando le olive domestiche per distanze maggiori rispetto a quelle selvatiche suggerisce che gli uccelli preferiscono le olive coltivate più grandi e più carnose, proprio come le persone, e stanno volando più lontano per raggiungere gli oliveti dove crescono».

Martínez Abraín conclude: «Per molto tempo i gabbiani reali sono stati visti come un fastidio da controllare e non come parte dell’ecosistema. Ora spero che le persone riconoscano il loro prezioso ruolo di spargitori di semi. I gabbiani non si limitano a bighellonare nelle discariche di rifiuti e a molestare i pescatori, ma contribuiscono anche a modellare i paesaggi dell’arcipelago. Nessuna specie è buona o cattiva, fanno tutte semplicemente parte del tessuto della vita. Tira un filo allentato e potresti scoprire che collega un uccello marino a uno spuntino inaspettato».

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