Nell’ultimo anno però la crescita dei consumi dei prodotti certificati bio si è fermata, per effetto dell’inflazione che ha ridotto il potere di acquisto degli italiani; la spesa per prodotti alimentari è cresciuta nel nostro paese del 10,2% in valore ma è calata del 3,3% in volume. In pratica si spende di più consumando meno.
In questo contesto anche il mercato dei prodotti biologici certificati soffre, anche se meno rispetto all’andamento generale perché gli italiani non rinunciano al cibo sano.
Come osservano dal Wwf nazionale, ricapitolando i risultati emersi dal Sana di Bologna, il prezzo più elevato del biologico «è diventato il primo fattore che ha frenato i consumi, nonostante il numero delle persone che scelgono prodotti liberi da pesticidi continua a crescere. Per vincere la sfida della transizione ecologica della nostra agricoltura non bastano pertanto i maggiori aiuti della Politica agricola comune europea a sostegno dell’agricoltura biologica e la crescente consapevolezza dei cittadini del valore aggiunto dalle esternalità positive dei metodi di produzione senza pesticidi e fertilizzanti chimici, è indispensabile che il nostro Governo sostenga con coerenza la crescita del biologico facilitando in particolare gli acquisti da parte delle categorie sociali più fragili e riducendo i costi della certificazione a carico degli agricoltori».
In particolare, gli ambientalisti del Panda chiedono al Governo guidato da Giorgia Meloni di sostenere il biologico a partire dalla prossima legge di Bilancio, intervenendo su aspetti puntuali in grado di favorire lo sviluppo del comparto.
«Servono misure fiscali per rilanciare i consumi riducendo i prezzi con una aliquota Iva agevolata del 4% per tutti i prodotti biologici certificati – argomenta dal Wwf – Necessario introdurre un bonus fiscale per agevolare il consumo di alimenti liberi da pesticidi per le donne in stato di gravidanza e per i bambini, almeno fino ai tre anni di vita, per una efficace strategia di prevenzione di molte malattie croniche collegate all’esposizione ai prodotti chimici di sintesi utilizzati in agricoltura. Serve infine un credito d’imposta per le aziende agricole che decidono di intraprendere la strada della conversione al biologico per ridurre i costi della certificazione oggi completamente a carico degli agricoltori».
L’articolo Il 18,7% dell’agricoltura italiana è del biologico, ma l’inflazione frena i consumi sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.
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