La maggior parte della popolazione vive nelle grandi città, con circa il 40% composto da giovani al di sotto dei 15 anni, ed è distribuita in un ambiente che dopo la guerra è stato velocemente degradato a causa di un forte entusiasmo di ricostruzione.
Il territorio ha una conformazione geologica che non favorisce l’agricoltura e in particolare la coltivazione del riso, che è l’alimento primario dei vietnamiti.
Oggigiorno il turismo in Vietnam viene alimentato da forti speculazioni, soprattutto quelle alberghiere, dei casinò, che sono ovunque, delle slot-machine da un cambio favorevole del dollaro rispetto alla moneta locale, il tutto in un sistema ecologico che è molto delicato e in parte distrutto dai bombardamenti durante la guerra.
Oggi il Vietnam è un Paese politicamente molto compatto; tra gli Stati del sud-est asiatico è il più solido ed è molto più tranquillo degli Stati ai suoi confini e rispetto a molti altri Paesi orientali. È da sottolineare chei vietnamiti sono alfabetizzati quasi al 95%, quindi con un livello di istruzione molto elevato.
Secondo le ultime stime oggi in Vietnam vivono 275 specie di mammiferi, incluse diverse specie di scimmie,1.000 di pesci, 800 di uccelli, e possiamo quindi immaginare che cosa possa essere stato prima della guerra: un paradiso in Terra, nonostante secoli di dominazioni straniere.
La situazione in cui si trovano le scimmie del Vietnam è grave: il 90% è in pericolo di estinzione. Purtroppo nel passato la guerra ha bloccato tutti i progetti di conservazione ambientale, quando già dal 1962 erano stati istituiti molti Parchi nazionali in diverse aree forestali del Paese.
Dopo la guerra e l’unificazione, il Governo vietnamita ha iniziato un nuovo processo conservazionistico di alto livello tramite la Conservation international primate action grants, la Fondazione Margot Marsh e varie altre istituzioni, tutte senza scopo di lucro. Nonostante queste lodevoli iniziative, in Vietnam tre specie di scimmie su quattro sono in pericolo.
La Riserva di Ha Giang è stata istituita soprattutto per la conservazione di una scimmia meravigliosa, il Rhinopithecus avunculus (Rinopiteco del Tonkino), che è in grave pericolo di estinzione. Non molto meglio si trova un’altra scimmia, l’Hylobates concolor (Gibbone col ciuffo) che in tutto il Vietnam è rimasta solo con 120 esemplari e quando uscirà questo articolo saranno ancora di meno, o forse non ci saranno più, purtroppo. Ancora meno sono gli esemplari di un’altra specie, il Pygathrix avunculus (Langur duca), rimasta con una sessantina di esemplari.
In Vietnam c’è una cattiva usanza che mette in pericolo le scimmie: esse vengono spesso catturate per essere utilizzate come se fossero animali domestici ed esposte in gabbie alle entrate dei ristoranti per il diletto dei clienti.
In alcuni casi vengono confiscate dalle autorità sanitarie per essere portate in alcuni centri di recupero, ma spesso con cattivi risultati. Questi animali poi non resistono a tutti questi traumi e muoiono. In alcuni casi vengono reintrodotti in natura ma i risultati sono sempre pessimi. Per questi individui diventa difficile riappropriarsi di abitudini naturali che hanno perso e che non riescono più a riacquisire. Non riescono nemmeno a stabilire relazioni sociali con i nuovi compagni e quindi si avviliscono, vanno in depressione e si lasciano andare.
Purtroppo, un quinto di tutte le specie di scimmie del mondo che sono in via di estinzione vive in Vietnam. Per cercare di risolvere questo problema le autorità in Vietnam hanno pensato di non metterle direttamente in libertà, ma di ospitarle in alcuni centri in cui possono vivere una condizione di semilibertà almeno fino a quando non correranno più il rischio di essere nuovamente catturate o uccise, anche a scopo alimentare, o di essere vendute ed esportate clandestinamente all’estero.
Una decina di anni fa in Vietnam è stata sequestrata la più grossa quantità di fauna selvatica catturata clandestinamente, inclusi gibboni, macachi e rinopiteci. Il commercio illegale della fauna in Vietnam purtroppo è molto più diffuso di quello che le autorità sostengono, anche se cercano di reprimere il fenomeno con ogni mezzo.
Il fatto è che, per esempio, un gibbone vivo al mercato clandestino può arrivare a essere valutato più di duemila dollari americani, una cifra enorme per un vietnamita.
Alcuni anni fa ad Hanoi è stata istituita la Polizia ambientale vietnamita. Da quando è entrata in funzione, solo nell’area di Hanoi sono stati sequestrati più di 4.000 chili di carne congelata di pangolino e 900 chili di altra fauna incluse alcune specie di scimmie.
Si è trattato da parte di questa polizia di una risposta positiva per scoraggiare l’uccisione e la commercializzazione di carne di animali selvatici e soprattutto in via di estinzione. Comunque è difficile sradicare questo mercato, perché è molto organizzato e attualmente lavora anche via internet e quindi si è ramificato in tutto il mondo.
L’International fund for animal welfare recentemente ha pubblicato un resoconto da cui risulta che solo in una settimana con internet sono state vendute complessivamente 146 scimmie appartenenti a specie diverse. Un altro grave pericolo che questo commercio comporta è la distruzione della foresta, in cui questi animali meravigliosi un tempo vivevano liberi e spensierati.
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