Il dato è emerso oggi a Venezia, durante il lancio di un progetto Confindustria e Federmanager, promosso con 4.Manager, incentrato sulla figura strategica del sustainability manager, ovvero del dirigente impegnato a guidare l’impresa nei suoi sforzi di sviluppo sostenibile.
«Per rendere la transizione una grande opportunità di sviluppo e innovazione, il fattore competenze svolge un ruolo fondamentale – spiega Katia Da Ros, vicepresidente di Confindustria per l’ambiente, la sostenibilità e la cultura –, è assolutamente necessario avviare un nuovo, ambizioso piano di politica industriale che valorizzi e incentivi gli investimenti dedicati alla transizione verde e sostenibile, includendo gli aspetti della formazione e delle competenze».
Non a caso l’iniziativa ha l’obiettivo di rilevare il fabbisogno delle imprese di competenze manageriali specifiche, evidenziando le skill di questa professionalità emergente e strutturando un percorso di formazione ad essa dedicato; al contempo, punta anche a sensibilizzare territori e istituzioni sulla necessità di introdurre politiche di incentivazione a supporto delle imprese che si dotano di competenze manageriali nel campo.
Come argomenta Cristina Bombassei, presidente del gruppo tecnico Responsabilità sociale d’impresa di Confindustria, promotore dell’intero progetto, si tratta di «sviluppare non solo competenze di tipo tecnico, ma anche, e soprattutto, di tipo gestionale e di networking, per poter interconnettere opportunamente tutte le realtà che si interfacciano con le logiche di sostenibilità, fornendo valore aggiunto al processo produttivo. Promuovere le competenze in materia di sostenibilità, assume, inoltre, un valore strategico soprattutto per le piccole e medie imprese, che dovranno integrare sempre di più questi aspetti nelle proprie strategie di crescita anche in funzione dei criteri Esg e degli standard e certificazioni sempre più richiesti anche per operare in filiera».
Secondo i dati dell’Osservatorio 4.Manager, che ha sondato un panel di oltre 4.000 imprese, il nostro sistema industriale ha aumentato del 5% ogni anno la richiesta di manager dotati di competenze sempre più precise nel settore green, oltre che qualificati in materia di criteri Esg.
A tale riguardo, si rivela che oltre il 50% delle grandi e medie imprese sta elaborando una strategia di trasformazione in funzione della sostenibilità, cercando professionisti in grado di comprendere tutti i processi aziendali, migliorando al contempo la pianificazione e la gestione; la maggior parte delle imprese sembra infatti consapevole che solo la trasformazione sostenibile eviterà limiti operativi di accesso ai mercati e al credito.
Anche da dati raccolti su LinkedIn, nell’ultimo anno si osserva in Italia la crescita di alcune qualifiche professionali dell’area sostenibilità, tra cui il ruolo di responsabile sostenibilità (+52%), seguito dal ruolo di sustainability specialist (+43%) e dal ruolo di consulente sostenibilità (+34%). Le principali tre città che registrano la più alta concentrazione di questi professionisti sono: Milano, Roma e Torino.
«È importante che le istituzioni sostengano, anche sotto forma di incentivazione – sottolinea Stefano Cuzzilla, presidente 4.Manager e Federmanager – tutte le aziende che inseriranno al loro interno figure specializzate in temi di Esg che, grazie al loro know-how, saranno in grado di traghettare il nostro Paese verso un’economia della sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale».
L’articolo In tre anni serviranno 4 mln di lavoratori con «competenze green di alto e medio profilo» sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.
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