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In Trentino s’impara a difendere il territorio sin da piccoli: 900 bambini e ragazzi studiano da “giovani pompieri”

Per l’adattamento a quella quota parte della crisi climatica che è già con noi – come testimonia da ultimo l’ondata di calore in corso un po’ in tutta Italia – servono figure professionali ben strutturate ma anche un fitto tessuto di gente comune che abbia la consapevolezza di cosa serve per difendere un territorio: in quest’ottica si è concluso ieri a Cles, in Trentino, un campo per “giovani pompieri” che ha coinvolto oltre 900 bambini e ragazzi tra 10 e 18 anni, che hanno avuto l’opportunità di imparare le prime regole di intervento e di comportamento in caso di incendio o di altre calamità naturali.

Non un evento estemporaneo: questa è la 19a edizione e si torna a riunirsi dopo le limitazioni imposte dalla pandemia. Ma l’emergenza siccità dà un’importanza ulteriore a questo appuntamento.

Fronteggiare le calamità naturali connesse con gli eventi meteo estremi richiede infatti sia conoscenze specifiche, sia la capacità di cooperare e lavorare in squadra. Doti che poi risultano utili anche in molti altri ambiti della vita sociale e lavorativa. Di «esperienza straordinaria di relazione, formazione e condivisione», parla Mattia Gottardi, assessore agli Enti locali della Provincia autonoma di Trento: «Quello che si impara lo si porta con sé tutta la vita, anche se da adulti non si entrerà a fare attività operativa nei Corpi: rispetto delle regole, valore del fare con gli altri e lavoro di squadra».

La reazione entusiastica e appassionata delle centinaia di giovani coinvolti evidenzia quanto questi temi siano naturalmente sentiti dalle nuove generazioni. Pronte a dare il proprio contributo per il futuro della propria terra. Un modo, anche giocoso, per farli partecipare concretamente al benessere della propria comunità.

«È un’esperienza di crescita personale che consiglio a tutti i ragazzi – commenta Eleonora, 14 anni – perché dà un incarico di responsabilità a noi giovani e fa percepire concretamente quanto sia importante l’altruismo per il progresso della collettività». Ovviamente, questo tipo di iniziative richiede sacrifici. Ma è tempo ben investito, conferma Luca, 15 anni: «Qui non si apprendono solo nozioni teoriche ma soprattutto stili di comportamento e di interazione reciproca che penso siano utili per aiutare il prossimo in qualsiasi situazione».

In Trentino peraltro la tradizione di volontariato e di partecipazione alle attività dei Vigili del Fuoco è ben radicata. Un esempio per molti altri territori e un valore aggiunto quando si tratta di fronteggiare emergenze naturali: sono infatti oltre 1100 gli allievi Vigili del fuoco volontari mentre sono oltre 5000 i Vigili volontari in servizio attivo, 236 i Corpi che sono presenti su tutto il territorio provinciale e collaborano con il personale del Corpo permanente nelle attività di soccorso tecnico.

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