È questa la principale indicazione emersa nel corso dell’incontro L’International system change compass nel contesto italiano. Realizzare il Green Deal Europeo: implicazioni globali e per l’Italia organizzato presso il Cnel dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) e il Club di Roma.
L’occasione è arrivata con la presentazione del rapporto International system change compass, già presentato negli ultimi mesi in vari Paesi e alla Cop27 egiziana, propone un approccio olistico allo sviluppo sostenibile.
«Sappiamo che la riduzione delle emissioni attraverso un efficientamento graduale dei sistemi di produzione e consumo non sarà sufficiente per affrontare la crisi climatica che è già in atto e rischia di andare fuori controllo – spiega Sandrine Dixson-Declève, co-presidente del Club di Roma – Piccoli cambiamenti all’interno dell’attuale sistema economico non risolveranno la crisi delle risorse, della biodiversità e non affronteranno le ingiustizie tra i Paesi e all’interno dei Paesi. Transizione energetica e Green deal europeo vogliono dire molto più che sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili: sono opportunità concrete per porre fine a un sistema che premia sproporzionatamente i ricchi a spese dei più poveri».
Non a caso le proposte dell’International system change compass prevedono cambiamenti che devono essere guidati dai governi tramite le istituzioni, coinvolgendo le persone e le comunità sui territori.
«Gli interventi per la mitigazione e l’adattamento al riscaldamento globale sono decisivi per guidare la transizione dell’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo», ha concluso il direttore scientifico di ASviS Enrico Giovannini, invitando il Governo a concludere in tempi brevi l’iter di approvazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), ad elaborare il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) e ad approvare la nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (Snvss).
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