La principale autrice dello studio, Bora Aska della School of the Environment e del Sustainable Minerals Institute dell’università del Queensland, ricorda che «Le scorie minerarie contengono i rifiuti e i residui che rimangono dopo la lavorazione dei minerali, e gli impianti di stoccaggio costruiti per contenerli sono alcune delle strutture ingegneristiche più grandi del mondo. Abbiamo scoperto che delle 1.721 strutture di smaltimento degli sterili segnalate, il 9% si trovava all’interno di aree protette istituite e il 20% si trovava entro 5 chilometri. I nostri risultati suggeriscono che i rifiuti minerari minacciano la biodiversità all’interno delle aree protette di tutto il mondo, comprese 8 dighe di stoccaggio attive degli sterili nelle aree protette australiane, riconosciute dall’ International Union for the Conservation of Nature».
Nel 2015, il crollo della diga mineraria Samarco in Brasile uccise 19 persone quando un’enorme ondata di scorie minerarie travolse villaggi, terreni agricoli e corsi d’acqua. Nel 2019, altre 270 persone morirono nel crollo della diga di Brumadinho, sempre in Brasile, che ha distrutto 133 ettari di un habitat unico come la Mata Atlàntica e 70 ettari di aree protette a valle della diga.
La Aska sottolinea che «Data la dimensione degli impianti di smaltimento degli sterili, siamo preoccupati per i rischi futuri di crolli in aree importanti per la biodiversità e la conservazione delle specie. Per valutare i rischi, abbiamo analizzato un database globale di strutture per lo smaltimento degli sterili e lo abbiamo confrontato con i dati spaziali sulle aree protette».
Le informazioni sono state tratte dalle informative delle compagnie quotate in borsa nell’ambito della Mining and Tailings Safety Initiative, istituita dopo il disastro di Brumadinho.
Laura Sonter, un’altra autrice dello studio, anche lei dell’università del Queensland, è convinta che la gestione dei rifiuti minerari diventerà una sfida di sostenibilità sempre più complicata e coclude: «Si prevede che la produzione totale di sterili aumenterà in modo significativo nei prossimi 30 anni a causa della crescente domanda di metalli per la transizione energetica e del calo della qualità dei minerali. Considerando l’attuale distribuzione globale delle strutture di stoccaggio degli sterili e il loro tasso di crollo, le conseguenze per la biodiversità potrebbero essere devastanti. Fortunatamente, i dati necessari per gestire questi rischi stanno emergendo ed esistono le opportunità per integrare queste conoscenze nella progettazione di nuove strutture e gestire quelle già esistenti. Dobbiamo lavorare tempestivamente per mitigare completamente gli impatti negativi delle scorie minerarie sulle persone e sull’ambiente».
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