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L’Europarlamento revisiona la Politica agricola comune (Pac), ambientalisti contrari

Con 425 voti favorevoli, 130 contrari e 33 astensioni, l’Europarlamento ha approvato oggi la revisione della Politica agricola comune (Pac), pensata per alleggerire gli oneri amministrativi per gli agricoltori europei.

Il regolamento deve ora essere approvato dal Consiglio, ma la presidenza belga del Consiglio ha informato il Parlamento che, in caso di voto positivo sulla proposta nella forma concordata dal Consiglio – come avvenuto – il Consiglio avrebbe adottato lo stesso testo senza ulteriori modifiche.

Come diretta conseguenza, dopo le feroci proteste degli ultimi mesi, gli agricoltori saranno autorizzati ad applicare “condizionalità” ambientali rivedute per le loro richieste di sostegno finanziario dall’Ue già nel 2024. Un vantaggio a breve termine, a fronte di pesanti perdite nel medio lungo periodo.

«Oggi il Parlamento europeo ha spianato la strada a una legislazione antidemocratica, antiambientale e soprattutto contraria agli agricoltori, cedendo alle lobby dell’agrobusiness – commenta Federica Luoni, responsabile agricoltura di Lipu-BirdLife Italia – La sicurezza alimentare, il futuro degli agricoltori e dei cittadini sono stati sacrificati in nome di profitti a breve termine e calcoli politici. Gli agricoltori non possono produrre cibo senza far prosperare la natura, e i profitti non possono essere realizzati quando i raccolti vanno persi a causa di inondazioni, siccità o incendi aggravati dal cambiamento climatico».

L’Europarlamento ha infatti deciso di indebolire le Buone condizioni agricole e ambientali (Bcaa), che hanno lo scopo di salvaguardare la biodiversità e la salute del suolo, due elementi cruciali per la produzione alimentare e il sostentamento degli agricoltori.

Questo risultato segue il voto di ieri sulla Bcaa 1, in cui il Parlamento ha votato per consentire una più facile conversione dei prati in seminativi in grado di avere un impatto negativo sul clima, poiché i prati stabili conservano una grande quantità di CO2, sulle risorse idriche e sulla biodiversità, in particolare sugli uccelli che da essi dipendono.

L’intero processo di riforma è stato completato in poche settimane, dalla proposta della Commissione del pacchetto di semplificazione a marzo fino al voto odierno del Parlamento, attraverso una procedura d’urgenza che ha permesso di evitare le consultazioni delle parti interessate o le valutazioni d’impatto. Il Consiglio europeo ha già espresso il proprio sostegno a questa proposta legislativa e probabilmente la approverà ufficialmente prima delle elezioni europee di giugno, rendendo cogente il regolamento entro l’estate.

«L’“urgenza politica”, giustificata dall’esigenza di rispondere alle “proteste degli agricoltori”, è estremamente preoccupante – sottolineano dalla Lipu – poiché mina l’integrità del processo decisionale senza tenere conto di oltre tre anni e mezzo di lavoro collaborativo delle parti interessate su questi dossier legislativi senza soprattutto affrontare il vero problema: la distribuzione sproporzionata dei sussidi della Pac, i cui fondi vanno all’80% al 20% più ricco degli agricoltori».

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