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L’Italia introduca una normativa sulle emissioni incorporate di carbonio

Il rapporto “Strumenti normativi EU27 per la riduzione delle emissioni di carbonio nel ciclo di vita dei nuovi edifici. Repertorio di esperienze Europee” presentata oggi da Green Building Council Italia (GBC) e Kyoto Clun a  “The Energy Transition Expo – KEY 2024” in occasione del convegno “Post superbonus. Proposte per riqualificazione energetica degli immobili” organizzato da Coordinamento FREE, mette a confronto cinque modelli nazionali – Danimarca, Finlandia, Francia, Paesi Bassi e Svezia  – per evidenziare somiglianze, differenze e best practice nell’approccio alle metodologie “whole-life carbon” (WLC), concentrandosi sugli elementi e i processi che necessitano di un ulteriore sviluppo per la legislazione nazionale in materia.

Presentando il rapporto, Marco Caffi, direttore di GBC  Italia, ha evidenziato che  «In futuro la riqualificazione degli edifici dovrà traguardare sempre più l’obiettivo di efficienza e qualità dell’abitare tenendo in considerazione l’intero ciclo di vita. Questo rende necessario l’utilizzo di strumenti adeguati, come i protocolli energetico-ambientali che supportano l’integrazione delle strategie progettuali e le metodologie LCA permettendo il calcolo dell’impatto complessivo degli interventi costruiti. Da sempre GBC Italia si occupa di questi temi e recentemente ha pubblicato una metodologia italiana LCA per il calcolo delle emissioni di carbonio sull’intero ciclo di vita degli edifici. A Key Energy abbiamo presentato la traduzione in lingua italiana del Rapporto “Strumenti normativi EU27 per la riduzione delle emissioni di carbonio nel ciclo di vita dei nuovi edifici. Repertorio di esperienze Europee”, pubblicato da Ramboll, nel quale è illustrato lo stato dell’arte nei Paesi dell’Unione – Danimarca, Finlandia, Francia, Paesi Bassi e Svezia – che in tale ambito hanno la normativa più avanzata. Il lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione con Kyoto Club e con la stessa società Ramboll; quest’ultima partner della rete Europea dei Green Building Council».

Le conclusioni presentate da GBC Italia e Kyoto Club evidenziano che «Se vogliamo raggiungere gli obiettivi climatici europei al 2030 e al 2050 è necessario accelerare il processo di riqualificazione profonda del nostro parco immobiliare, altamente inefficiente e vetusto».

Le emissioni climalteranti nel corso dell’intero ciclo di vita di un edificio (WLC), dipendono sia dalla fase di utilizzo degli immobili che dalle emissioni “incorporate” derivanti dalla produzione dei materiali, prodotti e componenti, dai processi di trasporto e costruzione del manufatto, dai trattamenti a fine vita dei rifiuti.

Kyoto Club e GBC Italia ricordano che «Fino a ora, gli Stati membri dell’Ue si sono concentrati principalmente sulla riduzione dei consumi energetici derivanti dall’utilizzo degli edifici, mentre solo Danimarca, Finlandia, Francia, Paesi Bassi e Svezia hanno adottato normative politiche nazionali per limitare le emissioni di carbonio incorporate. Tuttavia, la proposta di revisione della Direttiva “Case verdi” sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD) propone una valutazione complessiva delle emissioni totali. I cinque Paesi citati dimostrano che è possibile regolamentare l’impronta di carbonio degli edifici, contemplando non solo le emissioni operative, ma anche quelle incorporate, e che ciò può essere attuato in tutti i Paesi dell’Ue».

Clementina Taliento, responsabile ufficio stampa e comunicazione di Kyoto Club, conclude: «Attualmente in Italia non esiste una normativa volta a quantificare e limitare le emissioni di WLC per i nuovi edifici, sull’esempio dei cinque Paesi membri UE già citati. A tal proposito, è necessario che il Governo e il Parlamento italiani sostengano la revisione della direttiva “Case verdi” – che sarà discussa e, auspichiamo, approvata dal Parlamento europeo nella prossima sessione plenaria di marzo – e, come già avvenuto in Francia e in altri Paesi europei, vari una normativa nazionale per la riduzione delle emissioni di carbonio incorporate. Con il progetto ‘Per un salto di classe’, in partnership con Legambiente, chiediamo che venga impressa una forte accelerazione alla decarbonizzazione del settore edile – dato il suo contributo sostanziale a emissioni di gas serra e consumo di energia – in quanto questa sarebbe un trampolino di lancio verso il raggiungimento dagli obiettivi climatici dell’Unione europea».

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