Un’operazione condotta a 30 metri di profondità dalla divisione subacquea di Marevivo, grazie alla collaborazione dei sommozzatori della Guardia di finanza, della Capitaneria di porto di Civitavecchia e del porto turistico Riva di Traiano – che si occuperà del corretto smaltimento della rete – oltre che del diving center Gruppo Nasim e del subacqueo professionista Simone Pierucci.
Intrappolata sullo scoglio, la rete opprimeva numerosi rami di corallo, mentre sui fondali sabbiosi, le maglie continuavano a pescare, intrappolando forme di vita marina, come paguri, un polpo, uova di calamaro, un astice e vari tipi di granchi, tutte prontamente liberate e rilasciate in mare.
«Gli attrezzi da pesca, tra cui le reti, sono i rifiuti di plastica maggiormente presenti nei mari di tutto il mondo e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina – spiega Massimiliano Falleri, responsabile divisione Sub di Marevivo – Sono estremamente pericolose, perché si trasformano in trappole per la fauna marina e continuano a pescare, soffocando i fondali e distruggendo le forme di vita bentonica. Si stima che ogni anno, nel mondo, circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiano a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o per ingestione dei relativi frammenti».
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