Il principale autore dello studio Florent Rossi dell’Université Laval, sottolinea che «Questo è il primo studio a dimostrare che le nuvole ospitano geni della resistenza agli antibiotici di origine batterica in concentrazioni paragonabili ad altri ambienti naturali».
Per arrivare a questo risultato, il team ha campionato le nuvole in cima al Puy de Dôme, un vulcano dormiente nel Massiccio Centrale, in Francia. In una stazione di ricerca atmosferica a 1.465 metri sul livello del mare, gli scienziati hanno effettuato in 2 anni 12 sessioni di campionamento delle nuvole, utilizzando “aspirapolvere” ad alta velocità e l’analisi di questi campioni ha rivelato che contenevano in media circa 8.000 batteri per millilitro di acqua delle nuvole. Rossi spiega che «Questi batteri che erano presenti di solito vivono sulla superficie della vegetazione del suolo, o anche degli oceani. Vengono aerosolizzati dal vento o dalle attività umane, e alcuni di loro si innalzano nell’atmosfera e partecipano alla formazione delle nuvole». Le concentrazioni sono variabili: vanno da 330 a più di 30.000 batteri per millilitro di acqua delle nuvole. Tra il 5% e il 50% di questi batteri potrebbero essere vivi e potenzialmente attivi.
Con tutti i loro dati, gli scienziati hanno misurato la concentrazione di 29 sottotipi di geni di resistenza agli antibiotici trasportati nelle masse d’aria atmosferica e ne è venuto fuori che «Le nuvole contenevano, in media, 20.800 copie di geni di resistenza agli antibiotici per millilitro di acqua delle nuvole».
Rossi evidenzia che «Le nuvole oceaniche e le nuvole continentali hanno ciascuna la propria firma genetica unica di resistenza agli antibiotici. Pertanto, le nuvole continentali contengono più geni per la resistenza agli antibiotici utilizzati nella produzione animale».
Anche se il trasporto aereo di geni di resistenza agli antibiotici è un fenomeno naturale, l’utilizzo diffuso di antibiotici nella zootecnia e in medicina ha contribuito alla proliferazione di questi ceppi resistenti e alla loro diffusione nell’ambiente.
I ricercatori canadesi e francesi concludono: «Il nostro studio dimostra che le nuvole sono un importante via di dispersione per i geni di resistenza agli antibiotici, sia a breve che a lunga distanza. Idealmente ci piacerebbe essere in grado di localizzare le fonti di emissioni attribuibili alle attività umane per limitare la dispersione di questi geni».
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