Si tratta di un dato di poco superiore a quello del 2021, che si mantiene stabile intorno ai 16 mila terremoti dal 2019, in calo rispetto agli anni 2016, 2017 e 2018 caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale, (Amatrice-Norcia-Visso) iniziata il 24 agosto 2016: il contributo di questa sequenza in termini di numero di eventi è comunque importante anche nel 2022, rappresentando circa il 30% del totale della sismicità registrata in Italia.
In ogni caso, nell’ultimo anno i terremoti più forti sono stati localizzati al di fuori del territorio italiano o in mare lungo le coste, analogamente a quanto accaduto anche nel 2021.
Eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 5.0 sono avvenuti in Algeria, in Bosnia, nel Golfo di Policastro nel Tirreno, e nel Mare Adriatico.
Proprio al largo della costa marchigiana-pesarese è avvenuta la più importante sequenza sismica del 2022, iniziata la mattina del 9 novembre con due terremoti di magnitudo 5.5 e 5.2 avvenuti a circa un minuto di distanza tra loro, risentiti in un’area molto vasta dell’Italia centro settentrionale.
In Calabria invece è avvenuto il terremoto più forte in terraferma: un evento di magnitudo 4.3 è stato registrato sulla costa ionica in provincia di Catanzaro il 13 ottobre 2022 alle 00:44 (ora italiana).
La Sicilia, infine, è la regione che ha fatto registrare più terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.0. Nell’isola si sono avuti 184 eventi con questa magnitudo.
«La sorveglianza sismica effettuata dall’Ingv non si ferma mai, neanche un secondo – sottolinea il presidente dell’Istituto, Carlo Doglioni – La consapevolezza della natura del nostro territorio, della sua sismicità e della sua conformazione geologica è un’attività informativa che l’Istituto persegue costantemente con continue azioni di divulgazione della ricerca e del monitoraggio come la Giornata dell’alfabetizzazione sismica promossa dall’Ingv nel mese di gennaio di ogni anno: la Terra è un pianeta vivo, l’Italia continuerà sempre ad avere terremoti, uno ogni 4-5 anni di magnitudo potenzialmente distruttiva, e dobbiamo investire nella loro maggiore conoscenza per difenderci meglio in futuro», senza ovviamente dimenticare i necessari investimenti in prevenzione sismica, che potrebbero salvare molti più edifici e soprattutto vite umane di quanto possano mai fare interventi emergenziali post-disastro.
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