Fugatti non l’ha presa bene, critica quanto deciso dal Consiglio di Stato e non rinuncia alla sua demagogica campagna politica: «E’ un’ordinanza che ci lascia perplessi, e che ci fa chiedere se valga di più la vita di un animale o quella di un essere umano. Dopo tutto quello che è accaduto, il dolore ed il lutto, le preoccupazioni della nostra comunità, mi chiedo se c’è ancora rispetto della vita umana, ma anche nel confronti delle comunità montane trentine, costrette a convivere quotidianamente con la presenza di esemplari pericolosi che mettono a rischio la sicurezza pubblica. Lo spirito dell’odierna ordinanza del Consiglio di Stato – continua il presidente della Provincia – è lo stesso di quella che impedì la cattura di JJ4, resasi poi autrice lo scorso aprile di un’aggressione mortale. Nelle prossime ore analizzeremo in dettaglio ogni risvolto giuridico di quest’ultimo atto, ma al di là di quanto deciso oggi dal Consiglio di Stato posso assicurare che assieme a tutta la Giunta continueremo a lavorare per assicurare la massima sicurezza alla comunità trentina, consapevoli e convinti che l’unica via per garantirla appieno sia quella di provvedimenti veloci e puntuali che rendano possibile anche l’abbattimento degli esemplari pericolosi».
Inoltre, Fugatti conferma l’impegno per il piano di contenimento degli osi, attualmente all’attenzione del MASE: «Un piano che riteniamo necessario in quanto le dimensioni del nostro territorio non sono compatibili con il numero di esemplari oggi presenti».
Esulta la LAV: «Il Consiglio di Stato ha deciso: gli orsi JJ4 e MJ5 devono essere lasciati in vita riconoscendo le buone ragioni dei legali della LAV e stando a queste motivazioni è ormai evidente che la Provincia di Trento non può più eludere le richieste dell’associazione di trasferire l’orsa nel sicuro rifugio in Romania indicato dall’associazione».
Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici LAV chiede: «Cosa dobbiamo ancora attendere per poterla trasferire nel rifugio in Romania? Ora che anche il più alto grado di giudizio amministrativo ha deciso di salvare la vita di JJ4, Fugatti non ha più giustificazioni di sorta».
Nell’ordinanza il Consiglio di Stato a, chiede al TAR di anticipare l’udienza di merito prevista per il 14 dicembre. Secondo la Lav, «Questa è un’ulteriore motivazione che dovrebbe spingere la Provincia Autonoma di Trento ad accogliere subito la proposta di trasferimento di Jj4 in Romania. Se infatti sia il TAR di Trento prima, sia il Consiglio di Stato ora, hanno deciso di sospendere i decreti di Fugatti che avevano condannato a morte JJ4 e MJ5, è perché fin da subito la LAV aveva offerto un’alternativa praticabile che garantiva la sicurezza dei cittadini, il pretesto utilizzato dallo stesso Fugatti per sostenere la necessità di condannare a morte i due orsi».
Vitturi aggiunge: «Ribadiamo ancora una volta che la LAV è da settimane pronta ad avviare il trasferimento dell’orsa in piena sicurezza e a spese dell’associazione nel rifugio in Romania, dove le sarà garantita la miglior vita possibile per quanto in un’area confinata».
LNDC Animal Protection fa notare che «Il provvedimento del Consiglio di Stato ricalca e accoglie in tutto e per tutto le argomentazioni che LNDC Animal Protection ha portato a sostegno del proprio ricorso: dal principio di proporzionalità e di gradualità delle misure da intraprendere alla tutela dell’orso prevista dalla Direttiva Habitat della UE, fino alla tutela della biodiversità recentemente introdotta nella Costituzione».
La presidente LNDC Animal Protection, Piera Rosati, sottolinea che «Il Consiglio di Stato ha affermato che l’allarme sociale legittima il rafforzamento di misure preventive ma non l’uso della decisione più estrema. Ora auspichiamo che la Provincia di Trento cominci a mettere in atto realmente quelle forme di prevenzione che chiediamo da tempo»,
Michele Pezone, responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection, aggiunge: «Io e il collega Paolo Letrari, insieme al quale ho curato il ricorso, siamo molto soddisfatti che il nostro ricorso sia stato accolto in ogni sua parte e che sia stato ribadito l’importante principio previsto dalle norme: le misure di monitoraggio, captivazione e abbattimento sono graduali e l’ultima deve essere presa in considerazione solo come extrema ratio e in assenza di altre soluzioni percorribili. In questo caso, esiste la possibilità di trasferire gli orsi altrove e il Consiglio di Stato ha affermato che questa possibilità rappresenta una alternativa valida all’uccisione che pertanto va fermata».
Soddisfatta Legambiente e il suo responsabile aree protette e biodiversità, Antonio Nicoletti, ha commentato: «Quanto deciso dal Consiglio di Stato in merito al futuro degli orsi Jj4 e Mj5 conferma quanto sosteniamo da mesi e da anni sulle vicende e le decisioni che riguardano la provincia autonoma di Trento e gli orsi. Ossia l’illegittimità della decisione della provincia di autonomia di Trento di procedere comunque all’abbattimento dell’orso. Non spetta, infatti, alla provincia decidere che tipo di intervento mettere in campo tanto meno quello di condannare a morte un orso. Secondo i giudici l’abbattimento è sproporzionato, non coerente con le normative sovranazionali e nazionali che impongono l’adeguata valutazione di misure intermedie. Detto ciò, al presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti diciamo di smetterla con la caccia alle streghe che ha avviato contro gli orsi e che alimenta solo sterili polemiche e paura tra le comunità locali e i turisti. Intervenga piuttosto a livello territoriale in maniera saggia e scientifica a partire dall’attuazione dalle campagne di informazione e comunicazione su cui poco è stato fatto soprattutto nella provincia di Trento e che, invece, rappresentano uno step fondamentale per informare i cittadini e migliorare al tempo stesso la convivenza dell’orso e della comunità locale. A livello nazionale, ben venga la definizione di un piano strategico per la gestione dell’orso sulle Alpi e degli animali selvatici che abbia un approccio scientifico, ma dopo il primo tavolo tecnico che c’è stato in primavera tra MASE e associazioni ambientalisti e animalisti, ora seguano però altri passi e azioni concrete».
Anche iIl Wwf esprime soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato «Che conferma come la gestione degli orsi in Trentino non tenga conto dei principi costituzionali e di proporzionalità. La sentenza ribadisce infatti che l’orso è «Bene giuridico oggi protetto dalla Costituzione. La sentenza si esprime nel merito della legittimità e della sproporzionalità delle ordinanze della PAT, colpevole di aver cavalcato l’allarme sociale diffuso dopo il drammatico evento della morte di Andrea Papi nell’aprile scorso. Il Consiglio di Stato, pur confermando la legittimità della rimozione di JJ4 dal contesto naturale per ovvi motivi di sicurezza pubblica, sottolinea come le ordinanze siano state emesse con poca logica e senza aver valutato la possibilità di misure intermedie idonee a salvaguardare l’incolumità pubblica senza sacrificare la vita dell’animale. Il provvedimento che dispone l’abbattimento appare dunque sproporzionato e non coerente con le normative nazionali e internazionali».
Il WWF concorda con la sentenza che sottolinea come «L’abbattimento è da prendere in considerazione solo a condizione che non esista altra soluzione valida meno cruenta», e si augura che «Dopo la sentenza per l’orsa JJ4 venga trovata una soluzione che garantisca davvero il benessere psico-fisico dell’animale».
Anche per il Panda italiano «La questione della gestione dell’orso in Trentino (e nelle Alpi centro-orientali) è estremamente complessa e richiede un approccio scientifico e socio-culturale che fino ad oggi è su alcuni aspetti mancato. La sentenza del Consiglio di Stato conferma quanto il Wwf sottolinea da ormai alcuni anni: le reazioni politiche demagogiche sono controproducenti e non aiutano a raggiungere una coesistenza reale tra uomo e orso sulle Alpi».
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