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Perù: gli indios sequestrano due petroliere. Attaccata anche una nave della Marina militare

Il 6 giugno, un gruppo di indios appartenenti all’ Asociación Indígena de Desarrollo y Conservación del Bajo Puinahua  (Aidecobap) hanno assaltato e sequestrato due petrolieredel dipartimento di Loreto, nell’Amazzonia peruviana, poi hanno attaccato anche una nave della Marina militare, per protestare contro la recente approvazione di un regolamento che autorizza lo sfruttamento di un giacimento petrolifero nella regione. .

L’attacco contro le petroliere della compagnia petrolifera canadese PetroTal è stato effettuato con bombe Molotov ed è avvenuto lungo un affluente del Rio delle Amazzoni. Una delle due petroliere sequestrate dagli indios ontiene 40.000 barili di greggio a bordo. I ribelli dell’ Aidecobap trattengono in ostaggio i12 membri dell’equipaggio delle due petroliere.

Secondo un comunicato della PetroTal, «Il 6/6/23, i seguaci di Aidecobap hanno attaccato con armi da fuoco e lame affilate una nave della Marina peruviana dove viaggiava il procuratore penale aziendale di Requena, Francisco Torres Vásquez, lasciando l’ufficiale Abraham Zabala Oliver con gravi ferite, in un aperto atto di rigetto dell’autorità prima di un procedimento del Pubblico Ministero».

La multinazionale canadese ha accusato gli indios di mettere a rischio la vita e la salute delle persone e l’ambiente e ha ricordato che nel novembre 2022 l’Aidecobap era stata coinvolta nel sequestro per 48 ore dell’equipaggio brasiliano di una petroliera, «Dopo aver attaccato e saccheggiato la loro nave».

PetroTal ha detto che è dall’ultima settimana di maggio che subisce attacchi da parte degli indios che tentano di «Costringere l’azienda e lo Stato a rispettare la loro particolare agenda , che è contraria al consenso e alla volontà della maggioranza della popolazione del Distretto di Puinahua, dove si trova il campo Bretaña Norte del Lotto 95. Questo blocco illegale del fiume impedisce l’ingresso e l’uscita delle navi necessarie alla nostra operatività attraverso gli attacchi dei loro seguaci che dalle canoe lanciano bombe molotov contro le navi cariche di greggi».

Il motivo della violenta protesta di Aidecobap è che l’organizzazione indigena non riconosce il regolamento di amministrazione ondo de Desarrollo par el distrito de Puinahua (Fondo 2.5), al quale PetroTal contribuisce con il 2,5% del la sua produzione. I gruppi indigeni chiedono di ricevere maggiori profitti e indennizzi per lo sfruttamento del petrolio estratto nelle loro terre e denunciano i continui sversamenti di greggio che inquinano corsi d’acqua e foreste. La PetroTal  è il governo hanno risposto con un misero 2,5% delle entrate che andrebbero allo sviluppo del distretto di Puinahua, però a patto che le attività petrolifere non siano più interessate da conflitti sociali.

In realtà la storia è molto più vecchia e affonda le sue radici più recenti nel massacro della Curva del Diablo, tristemente conosciuto come il Baguazo, nel quale 14 anni fa vennero sterminati  gli indios delle comunità’Amazzonia Peruviana  che si erano sollevate contro uno Stato che rifiutava di riconoscere i loro diritti storicamente violati, con l’unico scopo di favorire lo sfruttamento indiscriminato delle risorse esistenti nei territori comunitari. Il 5 giugno  l’Aidecobap ha denunciato in un comunicato stampa: «14 anni in cui, lungi dall’aver imparato la lezione e prevenire eventi come quelli citati, si continua ad alimentare situazioni simili, rifiutandosi di ascoltare e comprendere le comunità e imponendo progetti estrattivi nei loro territori senza consultazione. Ad un certo punto abbiamo pensato che il sangue versato dai peruviani il 5 giugno 2009 fosse servito a comprendere meglio i nostri problemi e l’urgenza di garantire i nostri diritti. Qualcuno dirà addirittura che abbiamo già ottenuto quello che cercavamo perché abbiamo già la legge sulla consultazione preventiva, ma pur avendo una legge, lo Stato stesso si rifiuta di rispettarla. In molti luoghi è stata attuata la consultazione preventiva, riducendola però ad un atto amministrativo in cui non esiste il dialogo del quale parla la legge. In altri casi, adducendo la mancanza di regolamentazione della legge, non viene attuata e si cerca un accordo preventivo tra investitori e collettività come mezzo per giustificarne la non applicazione».

Da qui anche l’attacco alla nave della Maina Militare: «Lo Stato continua ad essere assente e permette alle aziende di violare impunemente i nostri diritti collettivi, non solo non si è imparata la lezione del Baguazo, ma lo Stato e le compagnie continuano ad alimentare situazioni simili in cui gli unici o coloro che ci perdono per la maggior parte sono le comunità. Da parte nostra continuiamo e continueremo a lottare affinché lo Stato e le imprese non continuino a ritenerci cittadini di serie B e che quindi non abbiamo diritto a nulla. Il 20 agosto 2023 saranno trascorsi 3 anni dal massacro del quale fu vittima il popolo Kukama di Puinahua. E oggi, in memoria dei nostri fratelli caduti, rimaniamo saldi ancora una volta, chiedendo il nostro diritto a continuare a esistere come popolo indigeno. Il Sangue Versato non sarà mai dimenticato e non permetteremo più abusi».

Poi c’è stato l’attacco alle petroliere e in un altro comunicato stampa l’Aidecobap sottolinea che «Le nostre comunità stanno esercitando il nostro diritto di difenderci dagli attacchi di una compagnia petrolifera per continuare ad esistere come popolo nativo, per questo rispettiamo il mandato delle nostre assemblee sviluppando il controllo territoriale Contro la violazione dei nostri diritti da parte della compagnia PetroTal  e lo Stato, che insieme ai loro alleati sottoposti al potere del denaro, intendono massacrare ancora una volta il popolo Cocama di Puinahua come l’8 agosto 2020».

Gli indios rivelano che che «E’ stato confermato che Petrotal ha convocato una riunione a cui hanno partecipato la Marina, la Polizia Nazionale e il JAP, la stessa che si è svolta nella prefettura di Iquitos – Loreto, per pianificare l’interventocontro i membri della comunità che stanno esercitando il loro diritto .

Solo in questo paese le aziende private possono partecipare a una sessione di Stato per proporre e istigare la commissione di crimini contro la popolazione indigena che si oppone alle cattive pratiche commerciali. La compagnia petrolifera, utilizzando informazioni psicosociali e false, pregne di razzismo e discriminazione, cerca di risolvere il conflitto con l’intervento militare e di polizia, provocando l’immediato intervento delle forze armate e della polizia nella comunità nativa il 7 giugno».

L’Aidecobap avverte che «Si sta sviluppando una nuova azione di repressione brutale ed eccessiva contro le comunità di Puinahua, tutto questo diretto da PetroTal, che a quanto pare è chi ordina e dispone come mettere a tacere i membri della comunità che alzano la voce in segno di protesta.

Chiediamo ai difensori dei diritti umani, alle organizzazioni indigene nazionali e internazionali e all’opinione pubblica in generale di unirsi nella denuncia di questi eventi».

L’organizzazione indigena respinfe le accuse di terrorismo e conclude: «Quel che accade nel distretto di Puinahua con le comunità indigene è di esclusiva responsabilità della compagnia PetroTal e dello Stato, che ne è diventato complice con l’azione o l’inazione, permettendo alla compagnia di uccidere la popolazione e distruggere l’ambiente nella totale impunità».

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