Eppure, a fronte dell’invocato realismo, il ministro non sembra aver chiaro il ritmo con cui i necessari nuovi impianti rinnovabili entrano in esercizio.
Nella nota ufficiale diramata dal dicastero a valle del convegno, Pichetto afferma infatti che «nel 2023 arriveremo a sei gigawatt di rinnovabili, contro i due dell’anno precedente». Entrambi i dati appaiono sbagliati, al netto delle incertezze legate all’anno ancora in corso.
Secondo i dati forniti da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, nel 2022 «la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 3.036 MW», dunque il 50% in più di quanto affermato dal ministro; altre fonti riportano stime diverse (Legambiente ad esempio arriva a +3,4 GW nel 2022), ma in ogni caso lontane dai 2 GW riportati da Pichetto.
Passando invece al 2023, sempre Terna informa che nei primi nove mesi dell’anno sono entrati in esercizio nuovi impianti rinnovabili per 3 GW; a meno di accelerazioni ad oggi non all’orizzonte, il 2023 dovrebbe chiudersi dunque con una potenza installata aggiuntiva pari a circa 4-4,5 GW, purtroppo lontana dai 6 GW riportai dal ministro.
Comunque vada, l’Italia continua ad accumulare ritardi sul fronte delle energie rinnovabili: la nuova direttiva Red III recentemente approvata in Ue impone di arrivare almeno al 42,5% del mix energetico entro fine anno, e questo per il nostro Paese significa installare circa 12 GW di nuovi impianti ogni anno.
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