Le operazioni complessive mappate dal rapporto annuale Irex di Althesys per il 2022 sono 958, per un valore complessivo degli investimenti pari a 40,9 miliardi di euro (+203% sul 2021), per una potenza installabile di 38,9 GW (+160%).
Si tratta soprattutto di impianti di generazione, ma ci sono anche 1,4 GW di sistemi di accumulo stand-alone, a cui si aggiungono altri 36 MW abbinati a nuovi progetti o impianti.
Nel 2023 il trend si è consolidato: nei primi sei mesi di quest’anno si è registrato un +37% dei progetti in MW rispetto allo stesso periodo del 2022, e addirittura +72% per quelli di storage.
Eppure la messa a terra di questi investimenti avanza ancora a passo di lumaca: «Permane l’incognita derivante dalle questioni aperte di ambito normativo (decreto Fer X e Aree idonee) ma anche autorizzativo – spiega l’economista Alessandro Marangoni, ad di Althesys – come ha già rilevato il rapporto annuale dell’Irex 2023, solo un quarto delle pratiche per gli impianti utility richiesti nel 2022 è stato approvato. Seguendo l’andamento della prima metà del 2023, l’intero anno in corso dovrebbe chiudersi con 3,6 GW autorizzati. Un dato largamente insufficiente se si vogliono perseguire gli obiettivi al 2030».
Come migliorare? Per Carlo Montella, co-fondatore di Green horse advisory, è fondamentale «un assetto regolatorio di supporto al prezzo catturato dalla produzione di rinnovabili che tenga conto del Lcoe delle rispettive tecnologie (ovvero il costo medio per unità di elettricità generata, ndr) e un’accelerazione delle autorizzazioni per i nuovi progetti. Occorrerebbe poi accelerare sul versante della mobilità elettrica, della elettrificazione dei consumi e, di conseguenza, assicurare all’industria una supply chain lungo tutta la filiera delle rinnovabili quanto più possibile indipendente, per dare certezza su tempi e prezzi delle forniture. Affinché tutto ciò si verifichi è necessario un approccio sistemico e coerente da parte della politica e del regolatore».
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