Da quel giorno, a valle di quasi cento anni di sviluppo dell’industria chimica per l’estrazione e la produzione di boro dai vapori geotermici, prese il via l’avventura di una fonte di energia rinnovabile oggi in crescita in tutto il mondo. Tranne in Italia, paradossalmente.
In Toscana sono attive 34 centrali geotermoelettriche, dalle quali Enel green power ricava annualmente quasi 6 miliardi di KWh, in grado di coprire oltre il 33% del fabbisogno elettrico regionale; la geotermia offre inoltre calore rinnovabile utile a riscaldare oltre 13mila utenti, quasi 30 ettari di serre e aziende della filiera agroalimentare, floricola e dell’artigianato, senza contare l’apporto dal punto di vista culturale, storico e turistico con 60mila visite all’anno ai luoghi della geotermia.
Eppure, l’ultima centrale geotermoelettrica entrata in esercizio risale ormai a 9 anni fa (Bagnore 4), in un frangente storico in cui l’Ue – per affrontare la crisi climatica, rafforzare la sicurezza energetica e abbassare il costo delle bollette – punta a triplicare la potenza geotermoelettrica installata entro il 2030, il settore è fermo. Bloccato dalle sindromi Nimby e Nimto, dagli incentivi ancora non rinnovati (il decreto Fer 2 è atteso ormai dal 2019) e dalle concessioni minerarie in scadenza al 2025.
In questo contesto di attesa, alle imprese di settore non resta che guardare al passato – del resto il know-how maturato in Toscana in oltre due secoli di geotermia non ha pari al mondo – per valorizzare il presente.
Il Museo della geotermia di Larderello, ad esempio, custodisce copia del prototipo della macchina con cui Conti accese le prime cinque lampadine e, al primo piano, dove si trova la ricostruzione dell’antica abitazione del conte De Larderel e poi dei suoi eredi, è conservato anche il bastone con cui si narra che il principe misurasse la potenza dei pozzi, in base a quanto il getto di vapore uscente dalla nuova perforazione sollevasse il bastone stesso.
Aneddoti e pezzi di storia unici dell’Italia e della Toscana che fanno parte di un’epopea ancora oggi in continua evoluzione, come confermato anche da Enel green power nel corso dell’ultimo incontro con le imprese del distretto geotermico e del successivo Annual meeting interno alle strutture della Geotermia, durante i quali sono stati presentati i risultati di chiusura 2022 e analizzati i primi dati relativi al primo quadrimestre 2023, con un riferimento particolare alle opportunità di formazione e di crescita che Enel green power offre alle imprese attraverso i suoi programmi di collaborazione e sviluppo sul territorio.
E a proposito di origini e ricorrenze storiche, recentemente il responsabile Geotermia Italia Enel green power Luca Rossini ed il referente del Museo della geotermia per Egp Giorgio Simoni sono intervenuti a Livorno alla conferenza “Omaggio alla Dinastia De Larderel”, organizzata dall’Accademia degli Avvalorati alla presenza di istituzioni, storici e accademici, per celebrare e attualizzare la genialità del conte De Larderel da cui l’attività industriale per usi chimici ebbe inizio nella prima metà dell’800.
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