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Un Consiglio per rafforzare la fiducia tra scienza e politica sulla crisi climatica

Il tema della fiducia – quella dei cittadini verso le istituzioni, ma anche quella della politica nei confronti della scienza – è un tema centrale, benché ad oggi ancora troppo poco esplorare, per una risposta efficace alla crisi climatica e ambientale che stiamo attraversando.

Oltre il 99,9% degli studi climatici attribuisce l’attuale fase di riscaldamento globale alle emissioni di gas serra causate dall’uomo bruciando combustibili fossili, e sappiamo anche che siamo ancora in tempo per invertire la rotta. Serve però un’azione urgente, che stenta ad arrivare, evidentemente perché le convinzioni scientifiche non sono ancora così radicate tra i decisori politici.

Per capire come rafforzare i legami tra questi due mondi, un nuovo editoriale pubblicato su Nature Italy esplora le principali soluzioni messe in campo all’estero: essenzialmente sono tre le opzioni in campo.

La prima vede la nomina di consulenti individuali per i governi e i ministeri; la seconda, affidarsi alla consulenza di accademie che riuniscono i migliori scienziati del Paese e che possono fornire consulenza su richiesta; la terza punta infine a creare un corpo specifico di scienziati che dialoghi istituzionalmente con la politica.

Quest’ultima appare la strada più promettente, benché siano molte le sfumature possibili: «Ad esempio – notano i ricercatori intervenuti su Nature Italy – l’Haut conseil pour le climat francese non ha alcun potere di consulenza durante la preparazione dei progetti di legge, ma solo un potere di raccomandazione ex-ante o di valutazione ex-post, mentre l’Expertenrat fuer klimafragen in Germania e il Climate change committee nel Regno Unito devono essere consultati dai rispettivi governi durante il processo legislativo».

Tra queste varie possibilità, anche l’Italia cerca adesso di prendere il meglio per delineare un proprio modello virtuoso. A partire dalla petizione lanciata la scorsa estate dalla Società italiana per le scienze del clima e poi elaborata da La scienza al voto, è stato firmato «un accordo trasversale per istituire per legge un Consiglio scientifico clima e ambiente (Csca) all’inizio della nuova legislatura. Ad oggi – affermano i ricercatori – il comitato La scienza al voto sta riprendendo i contatti e sta “costruendo fiducia” con i rappresentanti di tutti i partiti politici, e ha istituito un comitato giuridico per studiare il modo migliore per incorporare questo Csca nelle istituzioni della Repubblica italiana», attraverso un piano «attualmente in discussione» con le forze politiche.

«Siamo certi – concludono con ottimismo i ricercatori – che questo dialogo tra scienza del clima e politici dimostrerà che la consulenza scientifica può avere un ruolo decisivo nella democrazia, una volta scelto un paradigma che ne garantisca l’indipendenza, la trasversalità e l’efficacia».

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