La segnalazione è arrivata tramite un messaggio al 3492100989, il numero di Legambiente SOS Tartarughe Marine, che si occupa di raccogliere informazioni e avvistamenti per tutelare nidi ed esemplari sulle coste di tutta Italia.
Il Cigno Verde spiega che «Il nido in questione non era stato segnalato. Le tartarughine, appena uscite dalle uova, erano finite sul lungomare in mezzo alle persone, disorientate dalle luci, con il rischio di essere calpestate. Fortunatamente, sono state recuperate in tempo e riposizionate sulla riva».
Gli ambientalisti sottolineano che «Visto il boom di nidificazioni di Caretta caretta (oltre 300 in tutta Italia, di cui circa 90 solo in Calabria), dovuto al riscaldamento climatico, che sta spostando sempre di più l’areale delle tartarughe marine verso il Mediterraneo Occidentale, diventa necessario porre maggiore attenzione alle modalità di tutela della specie. Purtroppo, questi animali sono minacciati da diversi pericoli, non ultimo l’inquinamento luminoso. I piccoli di tartaruga, appena usciti dalle uova, tendono spontaneamente a orientarsi verso le fonti luminose dominanti, poiché seguono la luce della luna per arrivare al mare. L’illuminazione delle spiagge (locali, abitazioni, lungomare e lidi), quindi, è un’importante causa di fallimento delle nidiate, poiché disorienta i piccoli, che si dirigono nella direzione opposta rispetto alla riva».
Ed è proprio per tutelare mamma tartaruga e i suoi piccoli che è nato Life Turtlenest, un progetto cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma LIFE e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Oltre al coordinatore Legambiente, partecipano al progetto europeo la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; BETA Technological Centre (UVic-UCC); ENCI; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.
Stefano di Marco, project manager di Life Turtlenest, coordinato da Legambiente, sottolindea che «Life Turtlenest prevede interventi pilota per la riduzione degli impatti antropici nei nuovi siti di nidificazione, tra cui la riduzione dell’inquinamento luminoso nei Comuni costieri si adotteranno, in particolare, delle soluzioni tecniche sviluppate nel corso del progetto per ridurre l’inquinamento luminoso, causato dall’illuminazione stradale in prossimità delle aree di nidificazione. È noto che l’illuminazione artificiale scoraggia e le femmine nidificanti e colpisce i piccoli, deviandoli verso l’interno e lontano dal mare. Per questo testeremo una serie di azioni per mitigare l’inquinamento luminoso, installando luci “amiche delle tartarughe” e migliorando le procedure di manutenzione delle spiagge in collaborazione con le Amministrazioni locali».
Oltre a migliorare l’impatto luminoso in prossimità delle coste, sono tanti gli accorgimenti che ognuno di noi può mettere in atto per tutelare i nidi di tartaruga marina. In primis, se si trova una tartaruga marina che depone le uova, non bisogna toccarla o fare foto con il flash, nemmeno illuminarla e tantomeno rimanere dietro all’animale. Inoltre, se si trovano uno o più piccoli le buone pratiche sono inumidirli con acqua, metterli in un contenitore vuoto e in un luogo ombreggiato e tranquillo fino all’arrivo degli esperti, o, nel caso di schiusa notturna, non usare luci artificiali o flash. Infine, se si trovano una o più tracce, non bisogna calpestare le tracce ed è bene guardarsi intorno alla ricerca di piccoli che si siano persi.
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