Lo studio “Multisite imaging of neural activity using a genetically encoded calcium sensor in the honey bee”, pubblicato recentemente su PLOS Biology da Julie Carcaud e Jean-Christophe Sandoz (Université Paris-Saclay), Marianne Otte (Heinrich Heine University Düsseldorf), Bernd Grünewald (Goethe-Universität), Albrecht Haase (Università di Trento) e Martin Beye (Heinrich Heine Universität Düsseldorf). Presenta proprio i risultati di una ricerca partita dall’inoculazione di una specifica sequenza genetica in oltre 4mila uova di ape. Il processo di allevamento, test e selezione ha poi permesso di ottenere 7 regine portatrici del gene-sensore. Quando si riproducono, le regine trasmettono il gene a una parte della loro prole. Il sensore messo a punto dal team di ricercatori e ricercatrici è stato usato per studiare l’olfatto delle api.
Haase spiega: «Abbiamo modificato il codice genetico delle api mellifere per far produrre alle loro cellule cerebrali una proteina fluorescente, una sorta di sensore che ci permette di monitorare le aree che si attivano in risposta agli stimoli ambientali. L’intensità della luce emessa varia in base all’attività neurale».
Beye aggiunge che «Realizzare questo strumento è stato particolarmente impegnativo perché abbiamo dovuto intervenire sul DNA delle api regine. A differenza dei moscerini della frutta, l’ape regina non può essere allevata in laboratorio, perché ognuna ha bisogno della propria colonia per riprodursi».
La Carcaud e Sandoz, che è direttore della ricerca del CNRS, evidenziano che «Gli insetti sono stati stimolati con vari odori e osservati con un microscopio ad alta risoluzione. Questo ha permesso di rilevare quali cellule cerebrali si attivino a seconda dell’odore e come queste informazioni si distribuiscano nel cervello».
All’università di Trento concludono: «Il nuovo strumento permetterà di studiare come funziona la comunicazione all’interno delle colonie e, più in generale, come la socialità influisca sul cervello degli animali».
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