Questa preoccupazione è stata maggiore nelle regioni africane, con la percentuale più alta di giovani che hanno dichiarato di stare riconsiderando la possibilità di avere figli in Medio Oriente e Nord Africa (44%) e nell’Africa subsahariana (43%).
«Gli impatti dei cambiamenti climatici sono ormai tra noi, ma vanno ben oltre le inondazioni, la siccità e le ondate di calore. Si estendono al nostro stesso senso di speranza – commenta Paloma Escudero, a capo della delegazione Unicef alla Cop27 – Soprattutto in Africa, i giovani vedono l’impatto che questi shock hanno su se stessi e su coloro che amano e questo sta cambiando i loro piani per il futuro. Ma non deve essere così. Alla Cop27, i leader mondiali devono ascoltare l’ansia dei giovani e agire immediatamente per proteggerli».
L’allarme del resto non è nuovo: l’anno scorso, un sondaggio pubblicato dalla rivista medico-scientifica The Lancet ha rilevato che il 39% dei 10.000 intervistati a livello globale esitava ad avere figli, una percentuale simile a quella del sondaggio U-Report dell’Unicef.
«Si parla molto di scelte politiche, ma non è questa la posta in gioco alla Cop27 – conclude Escudero – Questo sondaggio chiarisce che il futuro dei giovani è incerto: se avranno figli, se lasceranno i loro Paesi, in che modo riusciranno a sopravvivere ai pericoli che devono affrontare. Per il loro bene, il successo della Cop27 deve essere misurato con l’erogazione di finanziamenti promessi da tempo per aiutare le comunità ad adattarsi e con lo sviluppo di soluzioni per rispondere alle perdite e ai danni».
L’articolo Unicef, il 40% dei giovani ha riconsiderato l’idea di fare figli a causa della crisi climatica sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.
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