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Yemen: al via la rimozione del petrolio dalla petroliera in disfacimento nel Mar Rosso

Con la rimozione di oltre 1 milione di barili di petrolio dalla superpetroliera FSO Safer decomposizione, sono iniziati i lavori del progetto guidato dalle Nazioni Unite per prevenire una massiccia fuoriuscita di petrolio dalla al largo della costa yemenita del Mar Rosso.

L’Onu ricorda che «La  Safer  ha rischiato di spezzarsi o di esplodere per anni. Una grave fuoriuscita dalla nave comporterebbe una catastrofe ambientale e umanitaria.

Il petrolio a bordo della Safer viene pompato nella nave sostitutiva Yemen (ex Nautica ) con un trasferimento da nave a nave che dovrebbe richiedere 19 giorni per essere completato. Dopo il suo arrivo al sito il 30 maggio, la compagnia di salvataggio marittimo SMIT, una controllata di Boskalis, ha stabilizzato la Safer un vero rottame vecchio 47 anni.L’United Nations Development Programme (UNDP)  che ha appaltato alla SMIT, sta attuando l’operazione per rimuovere il petrolio.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «In assenza di chiunque altro voglia o sia in grado di svolgere questo compito, le Nazioni Unite si sono fatte avanti e si sono assunte il rischio di condurre questa operazione molto delicata. Il trasferimento di petrolio da nave a nave che è iniziato è il prossimo  passo fondamentale per evitare una catastrofe ambientale e umanitaria su scala colossale».

L’amministratore dell’UNDP Achim Steiner ha aggiunto «Con ogni gallone di petrolio che viene ora pompato dal Safer , la minaccia di una potenziale fuoriuscita che incombeva sul popolo dello Yemen e in realtà sui Paesi e le economie che dipendono dall’ecosistema condiviso del Mar Rosso, si allontana. Le sfide su questo progetto sono state enormi, ma la risposta di così tanti che hanno reso possibile questa operazione di salvataggio è stata altrettanto enorme. Ed è un promemoria di ciò che le Nazioni Unite possono ottenere attraverso il loro potere di convocazione e la loro capacità di coordinare un’operazione complessa». I Paesi donatori che hanno permesso di realizzate l’operazione di messa in sicurezza della Safer sono: Unione Europea, Italia, Arbia saudita, Paesi Bassi, Usa, Regno Unito, Qatar, Egitto, Svezia, Norvegia, Francia, Danimarca, Kuwait, Canada, Finlandia, Giappone, Svizzera, Lussemburgo, Grecia, Corea del Sud, Cipro, Malta e Yemen. L’Onu ringrazia anche International Association of Oil & Gas Producers, Trafigura Foundation, Octavia Engergy/Calvalley Petroleum e quanti hanno contribuito alla campagna di crowdfunding dell’Onu.

Parlando a bordo della nave di salvataggio Ndeavor, il residente Onu e coordinatore umanitario Onu per lo Yemen, David Gressly, che ha guidato le iniziative del sistema Onu per la Safer dal settembre 2021, ha concluso: «Il trasferimento del petrolio nello Yemen eviterà lo scenario peggiore di una fuoriuscita catastrofica nel Mar Rosso, ma non è la fine dell’operazione. L’installazione di una boa CALM alla quale la nave sostitutiva verrà ormeggiata in modo sicuro è il prossimo passo cruciale. Ringrazio i donatori, le aziende private e il pubblico in generale per aver fornito i fondi che ci hanno portato a questo traguardo».

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